Se Icaro non tocco’ il Sole…
L’avvertimento è chiaro: mai dimostrarsi eccessivamente presuntuosi…
Erano le 5.45 del mattino quando i 350 ospiti dell’hotel Radisson Collection di Berlino, di fronte alla storica Alexanderplatz, si sono svegliati di soprassalto. Un terremoto? Non proprio… Era infatti appena esploso il più grande acquario indipendente al mondo, situato nella hall.
“Abbiamo sentito un’onda d’urto, nella stanza. All’inizio, naturalmente, pensi a che cosa può essere stato. Poi hai paura, sei sotto choc, e ti viene in mente che potrebbe trattarsi di terrorismo“, riporta una tra le numerose testimonianze di chi, al momento, soggiornava presso la struttura. In massa, i clienti si sono lanciati fuori dalla camera, trovandosi di fronte ad uno spettacolo, a dir poco raccapricciante: “C’erano pesci e spazzatura ovunque. Si sentivano urla. Non riuscivi a capire cosa fosse successo e non sapevi cosa fosse davvero accaduto; ma era il buio a far più paura“.
Al netto del racconto dei testimoni, l’AquaDom, l’arcinoto acquario cilindrico, si è, d’improvviso, smaterializzato. Sbriciolato in mille e più pezzi, con il conseguente ferimento di due persone, colpite dalle schegge dell’enorme costruzione. Del resto, abbiamo – anzi, avevamo a che fare – con ben 25 metri in altezza e un diametro di 11,5, al cui interno si trovava circa 1 milione di litri d’acqua.
Incidente che, fortunatamente, si è verificato prima dell’alba, episodio che ha reso possibile evitare la tragedia. Non a caso, un’apposito ascensore permetteva ai turisti di ammirare i pesci al suo interno, senza contare che, ogni giorno, erano diversi i subacquei in immersione, funzionali per le pulizie di rito.
Un sito, per oltre 1.500 esemplari, circa un centinaio di specie tropicali, disseminate, d’un tratto, nel salone principale dell’albergo, per strada, fino al vicino museo della Ddr in Karl-Liebknecht-Strasse, in parte – anch’esso – allagato.
Tempestivo l’intervento di vigili del fuoco e polizia. Un totale di 200 uomini, pronti a gestire l’emergenza. Tuttavia, l’atrio era talmente colmo di detriti e vetri rotti, da dover richiedere, prima di qualsiasi altra azione, la perlustrazione, da parte dei cani da salvataggio.
Rapiti, dipendenti compresi, per ore. “Non c’era modo di parlare con il personale dell’hotel“. La reception, insomma, non era accessibile, neppure tramite rete fissa. “Dopo le 8 è arrivata l’informazione che potevamo uscire, ma per oltre due ore è stato panico totale“.
E se è vero che, in tarda mattinata, si era già arrivati al lieto fine, con il trasferimento di persone e bagagli presso altri alloggi, restano comunque da capire le ragioni del cedimento.
Inaugurato nel 2004, l’AcquaDom era costato circa 12,5 milioni di euro. Aveva riaperto al pubblico la scorsa estate, dopo un periodo di ristrutturazione e ammodernamento durato quasi tre anni e per il quale si erano spesi ulteriori 2,6 milioni. Gli interventi riguardavano il rafforzamento della base e il montaggio di una nuova guarnizione. Aggiungiamo… e meno male.
Stando al portavoce dei vigili del fuoco “forse, si è trattato di un difetto della vetrata, esplosa a causa della pressione esercitata dall’enorme mole d’acqua. Le telecamere di sorveglianza potrebbero darci una mano” Fatto sta, rubando le parole direttamente al Sindaco della città, si è trattato di “un vero e proprio tsunami“.
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