Sleep divorce: formula del matrimonio riuscito
Voglia di… scappare dal partner? Magari, le cause sono da ricercare in quel che succede… tra le lenzuola. Badate bene, ci riferiamo, più strettamente, alle ore di sonno, consumate o meno, per via di chi ci dorme accanto.
Così attesta, almeno, un sondaggio condotto dal Better Sleep Council, che ha portato a galla i ‘numerosi” ed immancabili problemi, quando si tratta di riposare insieme.
In sintesi, l’85% degli adulti ha confessato i personali disturbi nel sonno e – più nel dettaglio – il 40% ha affermato che la causa è il continuo rigirarsi nel letto del compagno/a. Russare, pure, che spesso determina la separazione, se non altro durante le ore notturne. Apnea specifica, che incentiva discussioni, litigi, alimenta rabbia e risentimento e conduce – stando alle statistiche – dritta dritta al divorzio.
Intervengono, dunque, gli esperti a stabilire regole ferree a cui attenersi, per una più prolungata e sana vita di coppia. Il consiglio è, quindi, di dormire ad una temperatura di 15,5-19,4º C, cosa che non a tutti piace. Senza considerare che, nel momento in cui si dorme vicini, le rispettive temperature aumentano; altro fattore, che potrebbe ostacolare il riposo.
Insomma, ciò premesso, chiamasi sleep divorce la formula secondo cui i due coniugi decidono di separarsi, di notte. Soluzione, per altro, adottata da eminenti personaggi, intenti a salvaguardare la loro relazione. “È la cosa migliore che ci sia mai capitata. Ammettiamolo, entrambi dormiamo meglio, separati“, sentenziano alcuni.
Immaginate che persino i reali britannici sono avvezzi, da lungo tempo, ad attenersi ad una debita distanza. “In Inghilterra, la classe alta ha sempre avuto camere da letto separate. Non vuoi essere disturbato dal russare o da qualche calcio nel letto“. “Poi, quando ti senti a tuo agio, a volte condividi la tua stanza. È bello poter scegliere“. Lo ribadiscono, persino dalla Casa Bianca, segno che – probabilmente – l’idea non è così malsana.
Abitudine, assunta anche da alcune Star. Lo ricorda, ad esempio, l’attore Ryan O’Neal, nel suo libro di memorie. “Farrah e io ci eravamo abituati alla nostra privacy e anche in seguito, durante i nostri viaggi, spesso avevamo stanze adiacenti. Ho sempre pensato che il nostro accordo fosse terribilmente maturo“.
Idem dicasi, tra le celebrità nostrane, per il duo Maria De Filippi/Maurizio Costanzo. “Sono uno che guarda la televisione fino a tarda notte, anzi fino al mattino. Insopportabile“, fa sapere Lui. “Avremmo finito per litigare. Oltretutto, prima russavo pure!”
Stringendo, non tutti sono d’accordo; non tutti lo fanno, ma a molti piacerebbe…
Tendenza, d’altronde, che sta prendendo talmente piede, da influenzare persino il modo in cui vengono concepite le abitazioni di ultima generazione. La casa dei sogni prevede camere da letto matrimoniali separate. Punto e stop.
Il suggerimento degli psicologi chiede una “scelta consapevole, insieme“. Nessuno dovrebbe trovarsi relegato in un divano scomodo. E’ bene, invece, assicurarsi che entrambe le parti abbiano un posto confortevole dove ritirarsi. Paradossalmente, potrebbe anche essere nella stessa stanza. E poi, occorre uno spazio in cui condividere momenti di intimità, prima di separarsi.
“Le coppie felici e di lunga data sono più inclini ad avere abilità e schemi comunicativi ben sviluppati”. Esiste, poi, una pratica, popolare nel Nord Europa, alternativa ma altrettanto – a quanto pare – efficace. Non prevede di dormire in letti separati; consiste, bensì, nell’utilizzare coperte separate. Ciò evita il relativo ‘furto’, nonché di far aumentare troppo il calore sotto le lenzuola.
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