Attenti a come vi esprimete… che siete in pericolo di multa!

Attenti a come vi esprimete… che siete in pericolo di multa!

Multe, di quelle serie, fino a 100.000 euro, per l’uso eccessivo di parole straniere nella pubblica amministrazione. E’ questa la proposta, decisamente stravagante, ad opera del vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli (Fratelli d’Italia). Una legge, al fine di tutelare la lingua italiana che, come prevedibile, ha finito per suscitare enormi reazioni.

PARERI DISCORDI

Gli esponenti dell’opposizione hanno criticato aspramente l’iniziativa, commentando che proprio il partito di Rampelli abbia rinominato vari uffici, come quello dello Sviluppo Economico, ora Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Insomma, a parer loro, il tempo speso per provvedimenti del genere è lo stesso, sottratto ad iniziative che davvero si rivelino utili per i cittadini.

Il capogruppo del Partito Democratico in commissione Cultura, Irene Manzi, ha sottolineato come la misura rasenti il ridicolo, soffermandosi, allo stesso modo, su come la destra stia guidando il Paese verso una triste realtà. Carlo Calenda, dal canto suo, leader di Azione, ha dichiarato che “oggi è in corso uno scontro titanico per la palma della presa di posizione più cretina tra Ignazio La Russa e Rampelli“.

Vero, azioni simili sono state prese in diversi stati europei giacché, secondo i difensori delle origini della lingua, quest’ultima rappresenta l’espressione più alta della cultura di un popolo. Dunque, va tutelata. Difesa, che trova le sue ragion d’essere nei numerosi personaggi di spicco della Penisola, non ultimo l’esimio Dante Alighieri.

Argomentazioni che, tuttavia, se si dimostrano valide, in salvaguardia di quel che costituisce, per tutti noi, un patrimonio, si riducono a poco o a nulla, nel momento in cui ci si trova a fare i conti con la realtà. Il quotidiano è, al momento, la sfida più difficile da sostenere. Il resto assume, inevitabilmente, il peso di un pourparler, chiacchiericcio; capricci, che distraggono da quel che, realmente e assai più speditamente, ci sarebbe, anzi c’è, da fare. E poco importa, davvero, in che lingua si decida di agire.

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