Resuscita anche quell’Ultimo tango nella Ville Lumière
L’uscita è prevista per il prossimo 19 giugno, ma Maria fa già parlar di sé. Spieghiamo: trattasi del film, ennesima opera di Jessica Palud, già assistente alla regia per Bernardo Bertolucci e Sophia Coppola.
Insomma, una che si è fatta le ossa con lavori come The Dreamers e Marie Antoinette, legata alla personale esperienza e – perché no? – invaghita, forse, del fascino – un po’ ambiguo e largamente chiacchierato – di una tra le più grandi e talentuose Stelle di Hollywood o, se non altro, delle vicende che l’hanno interessata.
Tant’è, il suo Marlon (che nulla ha a che vedere, chiariamo) appena qualche anno fa, è stato selezionato in oltre 150 Festival, aggiudicandosi ben 40 premi internazionali. Nominato ai César come miglior cortometraggio 2018. Un palmarès niente male.
Adesso la regista ci riprova, portando sullo Schermo la tanto discussa storia che interessò, all’epoca, Marlon Brando e la sua compagna di lavoro, sezione di un racconto più ampio, che vede come principale interprete proprio Maria Schneider e la sua difficile esistenza.
Tra i titoli più attesi a Cannes nella sezione Premiere dell’evento, che si inaugura il prossimo 14 maggio, si ispira, la pellicola, al libro, firmato da Vanessa Schneider, sulla vita – appunto – di sua cugina Maria.
Inevitabile, dunque, puntare il faro sul drammatico momento in cui la giovanissima attrice (da poco ventenne e con due brevi esperienze alle spalle) accettò il ruolo da protagonista, sotto la guida di Bertolucci, in Ultimo tango a Parigi. Il Lui di turno – è risaputo – era Lui, Brando. Un lavoro, destinato al successo – enorme – ma foriero pure di scandalo, unico caso di film italiano condannato al rogo. Era il 1976.
Maria, allora, si dichiarò sconvolta e umiliata dalla piega che aveva preso il copione. La scena di violenza sessuale anale, alterata rispetto quanto previsto in sceneggiatura, non le era stata anticipata ed era frutto, a quanto pare, di un accordo tra il regista e il Divo statunitense. Frammenti di girato, quelli in questione, che l’avevano letteralmente lasciata sotto shock. Un marchio, che ne condizionò la carriera e che compromise per sempre il dialogo con Bertolucci, interrotto bruscamente.
Adesso, vi anticipavamo, il succedersi degli avvenimenti rivive sullo schermo, merito dei volti e del mestiere di Matt Dillon e Anamaria Vartolomei (L’evenement, Leone d’oro a Venezia).
LEGGI ANCHE: Godfather: il drink preferito da Marlon Brando
LEGGI ANCHE: Storia dell’ultimo ‘cappotto’ a Parigi…