Ficarra e Picone riscrivono la spedizione dei Mille

Ficarra e Picone riscrivono la spedizione dei Mille

E’ il caso di dire: ‘Ci risiamo‘, dal momento che stiamo per assistere ad un bis.

Spieghiamo: Ficarra e Picone ricalcano l’incontro con Toni Servillo e, per l’occasione, dopo La stranezza, portano in scena L’abbaglio. La nuova pellicola indossa, come la precedente, la firma di Roberto Andò, coadiuvato, nel lavoro di sceneggiatura, da Ugo Chiti e Massimo Gaudioso.

Il grande pubblico dovrà, attendere, per assistere al girato, fino al prossimo 16 gennaio, ma quanti, presenti in quel di Cannes, hanno potuto godere, proprio in questi giorni, di un assaggio in anteprima. E se, la volta scorsa, al centro della vicenda si ergeva la figura emblematica di Pirandello, ora la palla passa a Garibaldi e a quella sua fantomatica spedizione, partita – non a caso – dalla Sicilia.

Dunque, anche l’ambientazione rimane quella di sempre, vale a dire Palermo e gli altri inconfondibili luoghi dell’isola. Erice, prima; prossimamente dal 26 maggio al 15 giugno, Caltabellotta.

Quello è stato un periodo di storia talmente cruciale, denso, dove si muovono idealità pure. Basta leggere le cronache dell’epoca. C’era, allora, un entusiasmo interessato da parte di questi ragazzi che, molto spesso, erano musicisti, artisti… E poi si vede anche come Garibaldi si sia trovato, allora, costretto a far passare una serie di compromessi. Una cosa che, purtroppo, anticipa l’oggi…“. Spiega Andò.

Mentre facevo La stranezza avevo già in mente di girare questo film d’avventura, riproponendo la stessa trilogia attoriale e dove si mescolano dramma e comicità. Una cosa congeniale per me, in questo momento della vita“. Parola di regista e della sempreverde collaborazione estesa tra Medusa e Rai Cinema con Tramp Limited e Bibi Film, associati, a loro volta, alla piattaforma Netflix, per una spesa di 18 milioni di euro.

Una seconda volta, pertanto, anche da questo punto di vista.

Cambia, invece, inevitabile, la trama. Si arretra, rispetto a quello che potremmo considerare, a questo punto, un primo capitolo, di circa 60 anni e finiamo per ritrovarci, noi spettatori, catapultati nel 1860. Qui, da Quarto, prende l’avvio l’avventura dei Mille, costellata dall’energia e dagli ideali dei giovani, giunti da tutte le regioni d’Italia. Tra le fila degli ufficiali, un profilo nuovo, quello del colonnello palermitano Vincenzo Giordano Orsini. Tra i tanti militi reclutati, due siciliani: Domenico Tricò, contadino emigrato al Nord e Rosario Spitale, di professione illusionista.

Sbarcati a Marsala, si dà inizio alla battaglia contro l’esercito borbonico, nettamente superiore. Sembra impossibile far breccia nella difesa nemica, ma Garibaldi – estrema ratio – escogita un piano ingegnoso. Affida una manovra diversiva al colonnello Orsini. Quest’ultimo mette in piedi una colonna di feriti, uno sparuto gruppetto di combattenti, cui viene affidato il delicatissimo compito di far credere al comandante svizzero dell’esercito regio che il generale stia battendo in ritirata.

Si disegna così il là per una partita a scacchi giocata sul filo dell’imponderabile, il cui esito sarà paradossale e sorprendente.

Giocato sul filo della comicità, in sintesi, l’ennesimo accadimento storico girerà la prospettiva con cui, finora, lo abbiamo guardato.

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