Ritorno all’isola delle Tentazioni…
Lo abbiamo aspettato, tanto. Almeno i più fedeli proseliti. Ci siamo illusi, per poco, che tornasse anzitempo, nella sua versione (inedita) invernale.
Adesso, finalmente, ci riposizioniamo davanti allo schermo, curiosi e famelici di intrufolarci nelle storie di nuove coppie, o meglio, nei loro affari personali. Desiderosi di imbatterci, lungo il cammino televisivo, in espressioni che ci ispirino, di volta in volta, simpatia, solidarietà, tenerezza, oppure che fomentino il sarcasmo, che suscitino ilarità… e tant’è.
Immarcescibile, puntuale, affidabile – un po’ come le cambiali che sappiamo di dover pagare – Temptation Island ritorna, in tutto il suo fulgore. Nel senso che, anche in questa edizione, Filippo Bisciglia – sempre alla guida – incastona inquadratura via inquadratura di personaggi che mai e poi mai passerebbero inosservati.
Li scrutiamo, quindi, armati della medesima affezione con cui si ritrova, di tanto in tanto, un parente lontano che non si incontra da un po’. Ci mancavano, ammettiamolo. Consci che cambiano le facce ma non i comportamenti. C’è deferenza e gioia da parte nostra e l’attesa di una sorpresa che, siamo certi, arriverà. Un po’ come il regalino dello zio o della zia che viene da lontano.
E, infatti, immancabile, affidabile, intenzionato a non tradirci, il cadeau eccolo lì.
Giunge, ad esempio, vestito dei panni di Tony, che si autoidentifica, al pari di un novello Dr Jekyll e Mr. Hyde. Fidanzato fedifrago e contento pure di esserlo, ammantato dalla copertura di un doppio sé. Uno fedele, per carità; l’altro in cerca costante di avventure. Non è colpa sua, in fondo, se il lato oscuro che lo abita, di tanto in tanto fa capolino. Lui, 41enne, fa coppia con la 26enne Jenny, assai più saggia e di gran lunga più adulta.
Oppure, lo stesso cadeau assume le sembianze di Lino, 29 anni. Campano, quest’ultimo, pappa e ciccia sin da subito con il compare – decisamente più scaltro – siciliano. Sorta di Totò e Peppino redivivi ci trascinano, i due, in atmosfere pecorecce e un po’ datate, che inevitabilmente ci strappano un sorriso, o più d’uno, anche dovendo fare i conti con le lacrime, giustificate, della compagna di turno – Alessia, nella circostanza – madre trentenne, lei, poco propensa a ‘passarci su’.
Raul, dal canto suo, cova rabbia – sarà che è di ritorno, al Cinema, Inside Out. Fatto sta, qui le emozioni si possono quasi toccare. Basta guardare il modo in cui il ragazzo agita istintivamente le gambe o serra i polsi o riduce lo sguardo ad una fessura, mentre la sua Martina, inavvertitamente e – saremmo disposti a giurarlo – priva di malizia, si avvicina ad uno tra i tanti tentatori. Sono lì apposta, verrebbe voglia di ricordargli, ma sorvoliamo, per ora, attirati, invece, da un’altra relazione. Quella che riguarda, cioè, appena accennata, Christian e Ludovica. 34 e 29 anni, rispettivamente e una recidiva, stavolta da parte di Lei, che doppiamente ha tradito il suo uomo con un altro. Sempre lo stesso, sia ben chiaro. Questione, d’altra parte, di coerenza.
In quanto a Siria e Matteo, la 22enne, con le sue personali vicende, parla da sé. Pesava 130 Kg. Oggi ne ha dimenticati per strada 85. E’, in pratica, un’altra e ha tutte le intenzioni di fare amicizia con quel che di inaspettato le rimanda lo specchio. Impaurito, Lui, di perderla: “Me la guardano tutti“, confessa preoccupato.
Di Victoria ed Alex, come di Luca e Gaia sappiamo poco, ancora. Ma restiamo convinti che, in quanto a colpi di scena, non ci faranno attendere.
Sette racconti, in tutto, riassumendo. Sette motivi per seguire. Concetto che, del resto, è già chiaro per il pubblico. La prima serata stravince, rubando il podio al povero Alberto Angela e attestandosi su una cifra che tocca i 3.248.000 spettatori. Share, pari al 24.9%.
Nulla da dire. Alziamo le mani. Intanto, già – come prevedevasi – il web si riempie di tweet. C’è chi rievoca vecchi altarini, chi sbugiarda l’uno o l’altro. Intanto, scorre sullo schermo il trash. E gli spettatori ringraziano.
Sì, grazie a nostro Signore è arrivata l’estate e, finalmente, dovutamente, ci si può rilassare. Si può mettere il cervello a riposo e ridere, di tutto, ubriachi di immagini che, a ben vedere, dovrebbero suscitarci raccapriccio e invece siamo lì, certosini nell’attesa e vogliosi di corna, più o meno dichiarate, balli sensuali, falò più o meno richiesti. D’altronde, cari voi, that’s entertainment. E così è giusto che vada, se funziona.
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