E’ nata una Stella…

E’ nata una Stella…

Lionel Messi lo tiene in braccio. Gli fa il bagnetto, in un’istantanea che, nel giro di poco, ha fatto il giro del mondo. Lui, l’infante, destinato a diventare ‘infante prodigio ‘ è niente meno che Lamine Yamal, talento in erba del Barcellona che, in questi Europei 2024, con indosso la maglia della Spagna, ha già incantato tutti.

E’ giovanissimo. 17 anni li compirà il prossimo sabato ma che importa. Conta, invece, a dispetto dell’età, l’oculatezza che mostra in campo, bilanciata dallo spirito di iniziativa, che appartiene a chi ancora non è stato divorato dall’esperienza e la vita ha tutte le carte per mangiarsela. Impavido, coraggioso, incosciente e, a tratti, geniale. Si assume i rischi delle sue giocate, si fa carico persino di un eventuale ammonizione. Amor di squadra, il suo o amor di partita. Tant’è.

Ebbene, per comprendere meglio la foto, sappiate allora che risale al 2006 – neppure troppo tempo fa – quando il quotidiano spagnolo Sport aderì all’iniziativa di un calendario benefico con l’Unicef, primo marchio in assoluto a comparire sulla maglia del Barcellona.

La prima edizione fu realizzata in fretta e furia e i bambini coinvolti erano, per lo più, figli di impiegati dello stesso giornale. L’anno a seguire, diversamente, la maggiore quantità di tempo consentì che si attivasse una campagna di reclutamento tra le famiglie che erano entrate in contatto per questioni assistenziali con l’organismo internazionale. 

Tra queste, quella di Yamal, che viveva a Rocafonda, un quartiere complicato di Matarò, area della città di Barcellona, sorteggiata per portare al Camp Nou, dove si scattavano le foto, il loro bimbetto nato a luglio.

Una prima volta sul campo, ad appena sei mesi, che ha segnato, a quanto pare, il momento. E ha creato i presupposti per quel che sarebbe avvenuto dopo. Un dopo, datato 9 luglio 2024 e una partita, la semifinale contro la Francia, che lo visto consacrato tra le stelle.

E, certo, i giochi ancora non si possono dire terminati. Manca L’incontro di domenica 14, contro l’Inghilterra, ma già si intuisce che quel che è scritto è scritto. CR7 ci fa capire, in qualche modo, di aver iniziato la sua parabola discendente. Questione di età, prima ancora che di volontà e chi vorrebbe oggi, avendo viaggiato tra gli astri del cielo, dipingersi ad uomo ‘normale’: “Bravo, sì, ma…“. L’aura mediocritas – come dicevano un tempo i Latini – non è certo per Ronaldo. Lui è sempre stato e continua ad essere – lo ha dimostrato anche in queste partite – un professionista, ma la stoffa del fuoriclasse non è più quella di una volta.

Dunque, è morto il Re, viva il Re? Si fa presto a dirlo. In realtà, c’è un altro giocatore, ennesimo campione -anzi, l’uomo del momento – chiacchierato, apprezzato, criticato… – colui sul quale si riponevano le maggiori aspettative, che le ha tradite. Il prescelto sarebbe dovuto essere Lui. L’outsider di domani, l’eletto e invece Kylian Mbappé sembra aver deluso il suo pubblico. La dichiarazioni in conferenza stampa, prima. Poi, la mascherina per via del naso rotto… L’erede al trono ha fatto discutere ma, ai fatti, non si è presentato all’appuntamento.

C’era Lui, al suo posto, Yamal. Un ragazzino. Un ragazzino con i piedi d’oro, però. Capace di volare e volare in alto, da solo, lontano da tutti. Lui, come Icaro, si è avventurato in cielo e ha bruciato l’avversario. Lo ha carbonizzato, sul campo. Lo ha detronizzato fuori, costringendo tutti noi a spostare lo sguardo e a sintonizzarci sui suoi, di occhi. Carichi di speranza, cosparsi di sogni, mai offuscati da alcun tipo di velatura…

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