Crochet: mania del ‘fai da te’ che ritorna di moda

Crochet: mania del ‘fai da te’ che ritorna di moda

Crochet, vale a dire assai più che una tendenza. Storia di un’estetica gioiosa, dall’animo naive, che torna e ritorna. Fenomeno voluttuario, che ricava le sue mosse dal singolo individuo, per diramarsi poi a macchia d’olio, fino a far parlar di sé, per i dati e percentuali che lo riguardano.

Nella community dei #crochetersofinstagram ci sono quasi 8,5 milioni di post pubblicati. Un numero, a cui è secondo solo l’hashtag #crochetaddict, che conta quasi 7,5 milioni di contenuti online, su Instagram. Importanti, anche i numeri che emergono da Crochetpreneur.com: sulla piattaforma e-commerce Etsy, le vendite dei pattern per il crochet hanno registrato 12.777,56 dollari, solo nel 2020. Un successo che si autoalimenta, visto l’interesse sempre crescente tra chi desidera apprendere le competenze manuali per mettersi alla prova.

Merito/colpa, forse, della noia sperimentata nel periodo di lockdown, che ci ha voluti affaccendati in qualche cosa. Fin tanto che il mondo fuori dalla porta di casa si fermava per via del Coronavirus, noi eravamo indaffarati a cercare, almeno per la nostra mente, vie di fuga che ci aiutassero a rieducare il tempo. A spenderlo, coltivando il piacere di avere un hobby. Perché non, allora, il crochet?

Pura celebrazione, quest’ultimo, tra l’altro, del fatto a mano. Tradotto, come ci fanno sapere analisti e studiosi: oggi, la vera rivolta al consumismo comincia dal fatto in casa. “Stiamo assistendo a un ritorno in auge del cucito a mano… come risposta alla produzione di massa e al consumismo. Specialmente quando si tratta di vestiti, è molto più appagante indossare qualcosa che abbiamo realizzato noi, perché moltissimi marchi non sono veramente etici, trasparenti o sostenibili come dicono di essere“. Equivalente, la considerazione, con quanto concerne, ad esempio, il cibo.

Sostenibilità, che va a braccetto, da un po’, con il concetto – pure – di salute mentale, convalidato e coadiuvato con gli esercizi di mindfullness. Spendersi in questo tipo di passatempo, difatti, non significa solamente rapportarsi con il prodotto finale, ma dare spazio, a più largo raggio, all’intero processo creativo. “L’atto del fare… ha tanti benefici, oltre il prodotto stesso. È dimostrato che lavorare a maglia riduce lo stress e l’ansia e, in un momento così difficile a livello globale, l’atto quasi meditativo di punti ripetitivi può essere molto rilassante“.

Anche i benefici sono molteplici. Non solo ci si sente soddisfatti, una volta portato a termine il lavoro, ma ciò che più conta è la sensazione di maggiore calma. Il tempo viene, in sostanza, contestualizzato. Vige, insomma, come per tutte le attività pratiche, la politica del ‘qui ed ora’, tanto cara ai Latini e un po’ abbandonata, in una Società come la nostra, abituata a correre. Conta il modo, soprattutto, in cui vengono canalizzate le energie. Di più: la maniera in cui si ritrova il sorriso.

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