Corbezzoli… che passione!
Se – per caso – decidete di spendere qualche minuto e cercate la parola sul vocabolario, la definizione che ne risulterà é: esclamazione scherzosa di meraviglia. Utilizzata, per lo più, nei frangenti in cui si intende dimostrare stupore. Corbezzoli! che, tuttavia, trova la sua derivazione non tanto nel frutto, di cui racconteremo tra qualche istante, bensì nel termine corbelli, versione censurata, o meglio eufemismo, per indicare gli attributi maschili.
Esclamazione, adoperata soprattutto in Toscana e che, insieme ad altri sinonimi comunemente in uso: ‘perbacco’, ‘poffarbacco’ e così via, entra legittimamente nella lista dei più popolari, da utilizzare al posto delle imprecazioni più comuni, di gran lunga più volgari.
Ciò premesso e al di là della lingua, l’Albatro, o l’Arbuto, è un sempreverde, appartenente alla famiglia delle Ericacee. Diffuso nei paesi del Mediterraneo occidentale e sulle coste meridionali dell’Irlanda, è tra i componenti principali della Macchia mediterranea.
Uno stesso albero può ospitare – pensate – contemporaneamente fiori e frutti maturi e la speciale ed insolita coesistenza, in cui il rosso dei frutti accompagna il bianco dei fiori, circondato dal verde delle foglie, fa sì che venga considerato, sin dal periodo del Risorgimento, tra i simboli della Penisola.
Il nome, in realtà, deriva dal latino volgare: corbitjus. Ciò nonostante, si racconta che Plinio il Vecchio, in aperto contrasto con l’apprezzamento generale, ne facesse derivare l’origine dal fatto che si dovesse mangiare un solo frutto alla volta. Ancor prima, Teofrasto citava il κόμαρος nel suo libro: Sulle storie delle piante. E non è tutto. Si pensa che persino il Monte Cònero, il promontorio sulle cui pendici sorge Ancona, abbia ereditato la dicitura dalla constatazione che la sua vegetazione è, appunto, ricca di alberi di tal fatta.
Un cespuglio, in verità, che può raggiungere l’altezza di 10 m. Latifoglia ramificata, dall’allure estremamente decorativa e caratterizzata da una corteccia scura e assai dura, che tende a squamarsi in piccoli frammenti. Talmente longeva, come pianta, da vantare, in taluni casi, una resistenza plurisecolare; vigorosa ed estremamente resistente.
E, se le foglie vantano una forma ovale lanceolata, larghe 2-4 centimetri e lunghe 10-12, dal margine dentellato; i fiori – a loro volta – sono riuniti in pannocchie pendule, che ne contengono tra i 15 e i 20. La corolla è di colore bianco-giallastro o rosea, le antere – invece – di colore rosso scuro intenso, con due cornetti gialli.
Ciò che più desta l’interesse è, però, il frutto. Una bacca sferica, di circa 2 cm, carnosa e rossa a maturità, ricoperta di tubercoli. Frequente – e qui viene il punto – l’uso alimentare, per via del buon sapore. Se ne ricavano, difatti, confetture, mostarde e numerose altre ricette.
Ancora, il legno di Corbezzolo è considerato un ottimo combustibile per camini e stufe, specifico persino per gli arrosti, merito delle caratteristiche aromatiche.
Stando alla tradizione, il consumo di grandi quantità di frutti produce una leggera sensazione di ubriachezza. Tant’è, nell’antichità, li si associava al culto del dio greco Dioniso, il romano Bacco.
Con la fermentazione dei frutti si ottiene, poi, il Vino di Corbezzolo, a bassa gradazione alcolica e leggermente frizzante, in uso in Corsica, Algeria e proprio nella zona del promontorio del Conero, dove è detto vinetto. Attraverso la distillazione si ricava l’Acquavite, rintracciabile in special modo in Sardegna. La macerazione, per 10-30 giorni in soluzione alcolica permette, infine, come risultato un liquore: Aguardente de Medronhos (in Portogallo) o, qui da noi, Arbuto del Monte.
Quanto ai fiori, che compaiono in novembre, sono profumati e ricchi di nettare. Per tal ragione, frequentemente visitati dalle api, se il clima non è ancora troppo freddo. Da questi si ricava, dunque, un miele pregiato, per via del sapore amarognolo e aromatico che lo contraddistingue.
In quanto all’uso medico, l’elevato contenuto di vitamina C, E, pectine, flavonoidi, antociani e grassi insaturi ne garantiscono l’efficacia nel contrastare i radicali liberi e combattere lo stress ossidativo. Presenti, anche sodio, potassio, calcio, magnesio e fosforo. Le foglie, per di più, sotto forma di decotto, promettono qualità diuretiche, astringenti e antisettiche.
Ultima nota, nei tempi andati sempre le foglie, ricche di tannini e arbutoside, venivano utilizzate per la concia delle pelli.
Un classico
Risotto zucca e corbezzoli
Ingredienti (per 2 persone):
- 200 gr di riso Carnaroli
- Mezza zucca Avalon
- 7/8 Corbezzoli
- 1 scalogno
- Parmigiano reggiano q.b.
- Erba cipollina
- Pepe nero q.b.
- Sale q.b.
- 1/2 bicchiere vino bianco secco
- 2 rametti di rosmarino
Per il brodo
- 800 ml acqua
- 1 carota grande
- 1 gambo di sedano con foglie
- 1 mazzetto di foglie di Corbezzolo
- 1 scalogno
- Sale q.b.
- 1 pezzettino di zenzero
- 2/3 pomodorini Ciliegino
- 1 cucchiaio di olio d’oliva
- 1 noce di burro
Preparazione:
Per iniziare, preparare un brodo classico, aggiungendo – tuttavia – le foglie di Corbezzolo, ben lavate e disinfettate con il bicarbonato, insieme ad un pezzetto di zenzero.
Lasciar cuocere il brodo per un’oretta, ricordando di eliminare le foglie, trascorsi 20/30 minuti di cottura. Nel frattempo, inserire – in una pentola con abbondante acqua e in via di bollitura – la zucca tagliata a dadini e 2 rametti di rosmarino. Far cuocere, senza far perdere la consistenza.
Tagliare, a questo punto, lo scalogno a pezzettini e posizionarlo in una casseruola, con un filo d’olio, affinché imbiondisca. Aggiungere il riso e far sì che tosti. Irrorare con il vino e, appena l’alcool sarà evaporato, passare – via via – ad aggiungere il brodo.
A 3/4 della cottura del riso, scolare la zucca e aggiungerla al resto, aspettando il tempo necessario per spegnare i fuochi. Intanto, tritare l’erba cipollina e ridurre in crema i Corbezzoli, aiutandosi con una forchetta.
Terminata la preparazione, aggiungere il burro, la crema di Corbezzoli, una grattata di Parmigiano e il pepe. Impiattare su piatto fondo e decorare con erba cipollina, pepe nero, scaglie di Parmigiano e qualche fettina di Corbezzolo, appunto, conservata da parte.
Buon appetito!
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