Bedcore: i look trapuntati di quelle ‘appena scese dal letto’…

Bedcore: i look trapuntati di quelle ‘appena scese dal letto’…

Cuscini, adoperati alla stregua di vestiti e capi, che ricordano lenzuola pregiate e biancheria da letto. Ecco quanto abita, nei tempi più recenti, in passerella. Trionfo – in sintesi – dell’estetica Bedcore o Sleepcore, che ci portiamo dietro già dall’autunno e ci accompagnerà, fino in Primavera.

Come a dire che ‘dover sempre apparire’, in fin dei conti, non è poi così importante. Segnale di protesta slow, che si traduce in volumi cocoon – come i piumini patchwork firmati Moschino – e claim da prendere alla lettera – dal Real Sleep sul pullover di JW Anderson, al Sweet Dreams sul top-cuscino di Vivetta – anticipazioni della stagione più mite.

Insomma, trapuntati, che si esprimono nella versione capispalla, ma ci sono anche le gonne, che ‘godono’ del calore dell’imbottitura e della leggerezza, tipica dei tessuti tecnici. Silhouette classiche – tra cappotti, giacche, mantelle e quant’altro – aggiornate, secondo la politica di un più moderno bedware prêt-à-porter. Mix nuovo e seducente di eleganza che rinuncia, in piccola parte, alla sua declinazione più sportiva. E ne guadagna.

Ciclicità della moda, del resto, che direttamente dagli anni ’80 si fa carico di un’estetica visionaria – vd. l’Abito Letto di Cinzia Ruggieri, con tanto di cuscini dietro la testa e il corpo ricoperto di vestaglie trapuntate, quando non da vere e proprie coperte – e che oggi rivive dei fasti del secolo scorso nella collezione di Viktor & Rolf o nell’Autunno/Inverno, firmato Thom Browne.

Ancora, negli anni Novanta Issey Miyake aveva creato i futon coat, giacche invernali ricavate da un rettangolo di tessuto imbottito, che ricordava il tradizionale materasso giapponese. Giacca ibridata con la biancheria da letto, recuperata, in termini di trovata, anche dal duvet coat – edito da Margiela – nel giro di boa dei 2000. Jean Paul Gaultier diede, poi, la sferzata finale con il suo piumone verde, da portare sulle spalle come uno scialle, in formato XXL.

Rotto il muro della novità, a proseguire l’opera ci pensarono John Galliano, Phoebe Philo, Sarah Burton… volendo dare ognuno la personale lettura di uno stile, ancora – in fondo, da decifrare. L’ultima a portarlo sul palco, in ordine di tempo, è stata Prada – siamo sul termine del 2023 – con i suoi abiti e minigonne trapezio, candidi e imbottiti.

Idee, riprese e rielaborate, ad esempio, oggi, da Jil Sander o da Emilia Wickstead, che hanno lavorato nella medesima direzione.

Stesso dicasi di Rokh, che cita i modelli Barbour in verde oliva, celebri per le cuciture a losanghe e il fascino country chic, diffuso al grande pubblico dai reali britannici. Da Patou, le losanghe sfumano in una trama geometrica, memore del logo della Maison, su bomber dai colori polverosi. Infine, chi indulge nella biancheria da letto è Rochas, che avvolge le sue modelle in gonne e cappotti-kimono dall’aspetto di raffinate trapunte color malva, azzurrino e verde intenso, con impunture che disegnano una serie di fiori.

Super chic, con il sapore di capi indossati ‘senza farci troppo caso’, uscendo svogliatamente dal letto, ma con l’intento preciso di prolungare se non il sonno, quanto meno i sogni.

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PARLIAMO, IN GENERALE, DI MODA…