Si chiama Zuppa Inglese ma questo è un dolce Made in Italy

Si chiama Zuppa Inglese ma questo è un dolce Made in Italy

E’ famosissimo. Arcinoto, nelle vesti di dolce al cucchiaio – da gustare freddo – della tradizione casalinga. La ricetta, d’altronde, che ne caratterizza la preparazione è oltremodo semplice e decisamente golosa.

Il risultato? Un dessert dalla base morbida, inzuppata nell’Alchermes e arricchita dalla presenza della crema pasticciera, gialla e al cacao. Presentato in una coppa e valorizzato da ciuffi di meringa è la versione qui proposta ma, in merito, potreste davvero sbizzarrirvi… 

Il nostro augurio, per un felice San Valentino!

In quanto alle sue origini, si perdono nel tempo. Ne narrava – pensate – già Pellegrino Artusi nel suo notissimo compendio La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, raccontandolo orgogliosamente come parte integrante delle nostre usanze. Assai diffusa in Emilia Romagna (e non solo; in molti, anzi, ne rivendicano la proprietà) si tratta, in verità, di una ricetta dalle innumerevoli variabili, conosciuta un po’ dappertutto. C’è, così, chi come base adopera biscotti Savoiardi; chi preferisce far uso della Pasta genovese e così via…

Più nel dettaglio di Zuppa si tratta, poiché trae la sua derivazione dal termine latino suppa, ovvero il pane inzuppato nel brodo. La base intinta nel liquido lo assorbe, difatti, completamente. Quanto, poi, all’accezione inglese, le teorie, al riguardo, sono innumerevoli. Chi, semplicemente, la vuole somigliante al Trifle, dessert anglosassone composto di pasta lievitata, pezzetti di frutta, custard o double cream.

La più diffusa leggenda racconta di un tale, un diplomatico assai rinomato dell’epoca, intento a dividersi, per via della sua attività, tra Londra e l’Emilia Romagna, fin quando non ebbe modo di tornare a casa, armato della ricetta del già citato Trifle. Nel tempo, alla base di pasta lievitata venne sostituito il Pan di Spagna imbevuto di Alchermes e il resto è storia….

Diversa la tesi – riportata dall’Oxford Companion to Sugar and Sweets (2015), celebre enciclopedia dedicata interamente ai dolci – che associa la nascita del rinomato piatto alla città di Napoli. Secondo questa ulteriore visione, furono circostanze fortuite a dare il là alla sua nascita, inventato all’ultimo momento, ravvivando una pasta rafferma con Rum e crema pasticcera, per servire qualcosa all’ospite d’onore di Ferdinando IV; niente di meno che l’ammiraglio Horatio Nelson. Sembra che qualcuno, nella fretta, abbia gridato: “Porta questa zuppa all’inglese!” e, come nel gioco del telefono senza fili… ne venne fuori l’attuale nome.

In Civiltà della Tavola Contadina (1980) l’associazione avviene, invece, in riferimento alla Toscana. Pare che una governante al servizio di una facoltosa famiglia inglese abbia dato luogo alla preparazione, unendo avanzi che non voleva buttare via. Biscotti secchi, crema pasticciera e budino al cioccolato, con una spruzzata di vino dolce divennero, insomma, gli ingredienti prediletti per il piatto preferito dai padroni di casa.

Ancora, ci spostiamo nelle Marche. Stando al resoconto di Glayds Patton del 1860, The Englishwoman in Italy, la pietanza venne servita in occasione di un matrimonio rustico, ad Ancona e l’accostamento con l’Inghilterra è dovuto esclusivamente alla grande quantità di alcool presente nella ricetta, ad ironizzare sul fatto che i britannici siano ritenuti incalliti bevitori.

Fatto sta e a dispetto di quest’ultima considerazione, per una Zuppa inglese adatta ai bambini, volendo, è possibile sostituire l’Alchermes con uno sciroppo preparato facendo restringere sul fuoco succo d’arancia, poca acqua e zucchero.

ZUPPA INGLESE

Ingredienti (per una coppa):

  • 2 dischi di Pan di spagna
  • Alchermes

Per la crema pasticcera:

  • 500 ml di latte
  • 120 gr di zucchero semolato
  • 4 tuorli
  • 40 gr di amido di mais
  • 1/2 bacca di vaniglia
  • la scorza di 1/2 limone
  • 25 gr di cacao amaro

Per la meringa Italiana:

  • 100 gr di albumi
  • 200 gr di zucchero semolato
  • 30 ml di acqua

Preparazione:

Iniziate la preparazione dalla crema pasticciera. In una casseruola, mescolate i tuorli con lo zucchero, servendovi di una frusta. Aggiungete, quindi, l’amido di mais setacciato e amalgamate.

Fate scaldare il latte, portandolo al limite dell’ebollizione, insieme ai semi di vaniglia e alla scorza grattugiata del limone. Versatelo a filo, lentamente e sempre mescolando, sul composto d’uova e zucchero. Ponete sul fuoco e, continuando a mescolare, fate sobbollire per 3-4 minuti, facendo attenzione che la temperatura non superi gli 82° C. Quando è cotta, trasferitela in due ciotole.

Ad una delle due mezze porzioni di crema aggiungete il cacao amaro in polvere, setacciato. Mescolate, fino ad amalgamare perfettamente. Coprite entrambe le ciotole con la pellicola alimentare a contatto e portate a temperatura ambiente. Sagomate con un coltellino il primo disco di pan di Spagna, in modo da portarlo al diametro della ciotola prescelta. Spennellatelo con abbondante Alchermes.

Componete, poi, la coppa. Ponete alla base un disco di Pan di spagna imbevuto nel liquore. Coprite con la crema al cacao e livellate.

Sovrapponete il secondo disco di Pan di Spagna, anch’esso spennellato e distribuitevi la crema pasticcera. Ponete in frigorifero, per almeno un’ora. Al momento di servire, preparate la meringa.

In una casseruola, riunite lo zucchero e l’acqua, girando di tanto in tanto, per farlo sciogliere. Quando lo sciroppo sarà giunto alla temperatura di 110°, iniziate a montare gli albumi in una planetaria o con le fruste elettriche. Quando, infine, avrà raggiunto la temperatura di 121°, versatelo a filo sugli albumi, continuando a montare, fino a completo raffreddamento. Dovrete ottenere una meringa lucida e bianca.

Trasferite in un sac-à-poche con bocchetta liscia da 13 mm e formate una serie di ciuffi direttamente sulla crema, fino a ricoprire l’intera superficie. Dorate con un cannello e servite subito.

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