…e dirsi Ciao!
Superare la fine di una storia – è arcinoto – non è facile. Occorrono, per riprendersi, nell’ordine, tempo e volontà di guardare avanti. Chiudere con ‘ieri’, per aprirsi a nuovi e – si spera – più floridi capitoli. Ancor peggio, tuttavia – se quanto sopra è, già di per sé, complicato – è lasciare l’altro/a, una volta maturata la decisione. Non esistono, del resto, guide al riguardo, differentemente dal caso precedente, il che complica di gran lunga le cose.
Tanto più, se si è insieme da lungo tempo. Chiudere una relazione, allora, giocandosi la carta della sincerità? Parlandosi occhi negli occhi, di persona, oppure tramite un messaggio: sincopati, sintetici, funzionali? Esiste, insomma – e qui sta il problema – un Galateo a cui attenersi, nel momento in cui si decide di lasciare la barca su cui si è navigato mano nella mano?

Un volta interrotta la comunicazione e arenato il piacere della condivisione, il segnale è evidente. Si è giunti al capolinea, con buona grazia di quanto accaduto in precedenza. L’interruzione di un pensiero che rimandi al ‘noi‘, però, non può non evidenziare una lacuna e porsi come invito ad interrogarsi sul da farsi. Punto dolente, quello appena elencato, poiché non sempre è facile dire a se stessi, poi al partner, come stanno realmente le cose, anche perché, per conseguenza, è necessario assumersene, di seguito, la responsabilità.
Certo, prima di chiudere è importante concedersi almeno qualche opportunità. Tentare, se non altro, di parlarne o, se occorre, servirsi dell’aiuto di un terapeuta che, nel ruolo di osservatore esterno, possa offrire una visione più lucida e oggettiva della coppia. Magari sarà – semplicemente – questo, il primo passo, nell’irrimediabilità della situazione, per separarsi bene, soprattutto nel caso siano presenti bambini.
Un buon livello di onestà è l’ulteriore ingrediente. Autenticità che, non per forza, dovrà riscuotere comprensione o sostegno, ma il tentativo – sia chiaro – vale comunque la pena. Nel tempo si cambia. Mutano i desideri, le esigenze, i sogni… e, con essi, il senso di reciprocità. Impossibile, non tenerne conto. Altrettanto illusorio, non prendere consapevolezza del cambiamento in fieri.
Sì alla sincerità, dunque. No, invece, alla mancanza di tatto, niente affatto giustificata, o all’attacco personale. Sparare a zero non conduce da nessuna parte, se non al fallimento reciproco. Cercare di far scadere l’altro ai nostri occhi significa – pure – rinnegare quanto avevamo investito di noi stessi nel rapporto e dichiararsi fallimentari, a prescindere.
Rispetto, coraggio rappresentano le tappe successive. La fine, d’altra parte, è spesso annunciata. Tanto vale fare i conti con i sospesi che, in ogni caso, tornano a galla e mettere di fronte la propria metà – o ex metà – a quel che davvero si sente. Serviranno, tali gesti, a non far sommare al dispiacere della perdita anche la sensazione di inadeguatezza. In non sentirsi meritevoli neppure di una addio, degno di nota.
E se non c’è accettazione rispetto alla scelta di mettere uno stop al rapporto, è sempre meglio essere chiari ed evitare di procrastinare. Peggio ancora se, nel frattempo, è nata una nuova fiamma. La notizia potrebbe giungere per bocca di altri… e potrebbero andarci di mezzo, peggio ancora, i figli. Evitare di ferire chi abbiamo amato vuol dire anche evitare di ferire noi stessi e quello in cui, con tutta evidenza, abbiamo creduto. Andare per gradi, nelle presentazioni. Attendere l’occasione giusta ma rimanere franchi e assumersi personalmente il carico delle personali decisioni, senza lasciare che siano – per dirne una – i mezzi Social a raccontare di noi e del domani che ci stiamo costruendo.
Continuare a trattarci bene, riassunto, che equivale a salvaguardare ogni istante della nostra esistenza, quella passata come quella da venire, potendosi guardare allo specchio con limpidezza. Dritti, assertivi, motivati e retti nel cuore.
LEGGI ANCHE: LAT: quando la coppia scoppia e poi si ricompone…
LEGGI TUTTE LE NEWS NELLA SEZIONE MATRIMONIO