Strane storie e falsi miti tra Amore e Amicizia

Strane storie e falsi miti tra Amore e Amicizia

Lo dicono… i Social. Il che, almeno in parte, rende la cosa, se non vera, quanto meno credibile. Raccontano, cioè, che la chiave della felicità risieda in una cerchia né troppo ristretta, né esageratamente espansa di amicizie. Persone… scelte, selezionate, stando a caratteristiche e requisiti precisi.

Come a dire, secondo la nuova e più moderna regola: ‘chi trova sette amici, trova un tesoro!’. La teoria prende il nome, per chi ancora non la conoscesse, di 7 friends theory; giunge direttamente dall’Asia e si basa sull’idea che 7 – per l’appunto – sia decisamente meglio che 1. Tanti intimi, come dire, sapranno rendersi meno soffocanti o prevaricanti, rispetto ad un unico ‘porto sicuro’.

Costituiscono – insomma – una sorta di patrimonio su cui investire. Bisogna, dunque, averne cura. Sia chiaro, non esistono studi a supportare la faccenda. Tuttavia, pare trovi corrispondenza nella realtà, almeno tra le fasce dei giovanissimi. Un modo, altresì, per valorizzare la diversità: ognuno è importante, poiché latore di un messaggio unico, che lo/la rende speciale.

Amici, sia chiaro, con la A maiuscola. 7 individui, pronti ad intervenire, alla bisogna, dei quali fidarsi e su cui potersi appoggiare, qualora necessiti.

7, esattamente come le tonalità che compongono l’arcobaleno e con un profilo ben specifico.

  • C’è, tanto per cominciare, colei o colui che ci si porta dietro dall’infanzia. Che ci ha visti crescere e ha condiviso le primissime esperienze. Mattoni inossidabili e poco importa se ci si vede solo di tanto in tanto. Ogni incontro è capace di rinverdire il sentimento saldo che si è andato a creare, negli anni.
  • E, se il primo ‘contatto stretto’ è definibile ‘solido’, ne occorre subito, di rimando, uno… volatile. nel senso che si abbisogna, accanto, di chi ci permetta di ridere. Una risorsa imprescindibile di spensieratezza, anche laddove le situazioni, magari, invogliano al pianto.
  • Nel regno della comunicazione per antonomasia, non può certo mancare la figura di colui o colei, con cui parlare per ore. Di cosa? Di tutto… di niente; che importa. Quel che conta è chiacchierare e riconoscersi, in un confronto che risulti sempre – comunque – costruttivo.
  • Indispensabile, chi sia in grado di condividere, tra l’altro, i numerosi – o scarsissimi ma inevitabili – scheletri nell’armadio. Un affetto inossidabile ha premesse di sincerità e autenticità e, soprattutto, non giudica. Mai.
  • Esistono legami talmente intensi, poi, che si finisce per guardare l’altro/a come parte del proprio nucleo familiare. Un ulteriore membro, a tutti gli effetti, tra la personale parentela o, forse, qualcosina di più, giacché si è condiviso tutto, o quasi, insieme.
  • Che dire del ‘colpo di fulmine‘? Esiste, anche nel campo in questione. Rapporti che nascono, nel tempo di una scintilla e praticamente senza ragione ma che, via via, sanno rendersi forti, saldi, affidabili. Un ‘mai più senza’ da tenere da conto, per sentirsi protetti e amati.
  • Inutile dire che, senza la persona con cui confidarsi su eventuali sofferenze d’amore, tutto è inutile. Quando Lui o Lei sa proprio tutto, dal primo match su Tinder alla decisione di andare a convivere con chicchessia, allora il cuore può permettersi anche di presentarsi vulnerabile, certo che nessuno ne approfitterà.

7 profili, volendo riassumere, ognuno devoluto ad assolvere ad un bisogno. Una maniera, pure, per contenere le aspettative e godersi quel che di buono chi ci è accanto ha da offrirci. Prendere ed accettare ‘il bello’, per apprezzare meglio noi stessi e chi ci circonda e, sulla falsariga, non possiamo non rimanere sull’argomento, spostandoci – però – almeno un pochino.

Dunque, passiamo al capitolo Amore. Secondo lo scrittore Gary Chapman, autore de “I 5 linguaggi dell’amore: Come dire «ti amo» alla persona amata“, esiste – appunto – un ventaglio variegato di opportunità, attraverso cui comunicare i personali sentimenti.

Già, ma chi è Chapman? Un pastore battista – per la cronaca – americano, con tanto di dottorato in educazione degli adulti. Ebbene, l’uomo, all’interno della sua produzione, ha voluto selezionare 5 tempi, o altrettante possibilità (chiamatele come più vi piace), per descrivere i processi dell’Amore: parole di affermazione, tempo di qualità, contatto fisico, atti di servizio e ricezione di regali.

Le conclusioni – ovvio – si basano su prove aneddotiche, riscontrate lavorando come consulente matrimoniale. Riassunto, il tutto, nell’idea che, per far sentire il partner amato, si debba semplicemente parlare il medesimo linguaggio. “Il tuo linguaggio emotivo e quello del tuo coniuge possono essere diversi come il cinese dall’inglese. Per quanto tu possa sforzarti nell’esprimere il tuo amore in inglese, se il coniuge capisce solo il cinese, non riuscirete mai a capire come amarvi“. Ben detto!

Conclusioni, queste, nate sotto l’onda dell’esperienza personale e pregressa. A volte non basta ‘solo’ dire ‘Ti amo’ e bisogna fornirsi – ad esempio – anche di senso pratico, poiché il/la partner chiede proprio questo. Dunque, la soluzione sta nel riuscire a sintonizzarsi sulle esigenze dell’interlocutore. Chiaro è che ognuno di noi segue, solitamente, una personale linea, tra quelle sopra in elenco; quella, cioè, per cui si sente maggiormente predisposto.

  • C’è, allora, chi concede spazio, soprattutto alle parole. Parole di lode e di sostegno, di incitamento ma anche bigliettini, piccoli pensieri, che siano specchio di un animo sensibile e presente. Già, poiché chi vive di questo esige attenzione costante e un’enorme concentrazione, riguardo alle esigenze manifestate.
  • Se è la qualità del tempo che vale come valore aggiunto, allora tocca gettare via il cellulare e stabilire un contatto, anche visivo. Mettersi nella posizione di ascolto, in pratica e privilegiare i momenti in cui si è da soli, affinché l’altro/a possa sentirsi ripagato, secondo il valore che merita.
  • Abbracci, carezze, baci… non devono, o non dovrebbero mai mancare, per quanti/e fanno leva soprattutto sulla dimensione ‘fisica’, dove per tale non si intende esclusivamente il sesso; bensì, tutta la serie di gesti che descrivono la voglia di avvicinarsi, sfiorarsi, toccarsi, per stabile una sintonia, sempre più profonda.
  • Lui (Lei) sta lì a disposizione, per fornire una mano nelle faccende domestiche, fare la spesa, oppure occuparsi delle diverse commissioni. Ebbene, evidentemente poggia le proprie convinzioni riguardo all’Amore sugli ‘atti di servizio’. Mantenendosi lì per la propria metà, lascia passare un messaggio di disponibilità e affidabilità, inoppugnabile.
  • All’ultima categoria, appartiene chi adora ricevere regali. Dimostrazione, questi ultimi, di un pensiero attento, personalizzato, durevole e lungimirante. Non è, insomma, la cosa in sé, ma quel che c’è prima e quel che segue subito dopo a aggiungere valore. Vale il modo, vale il pensiero – ribadiamo – più ancora dell’oggetto in sé.

Pertanto, conclude Chapman, le coppie dovrebbero lavorare, per imparare il linguaggio dell’Amore del rispettivo compagno o compagna, piuttosto che cercare di convincerlo/a ad adattarsi al proprio. E’ spesso inevitabile parlare in maniera divergente ma sforzarsi di comprendere il modo che più assomiglia all’altro/a facilita di molto la cose. Scioglie nodi e serve, ad entrambi.

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