L’infinito tiramolla della seria A. Juve-Napoli: confermato lo stop
Una saga senza sosta, quella calcistica. Collassa – per così dire – il big match della terza giornata. Juve Napoli sì… no. Gli azzurri, di fatto, non hanno potuto imbarcarsi sul volo che li avrebbe condotti a Torino. Ordine della Asl locale, dopo che, al nome di Piotr Zielinski, è andato ad aggiungersi quello del 21enne macedone Eljif Elmas. Positivi, entrambi.
Dunque, per staff tecnico e giocatori ne è derivato l’isolamento fiduciario a casa, per 14 giorni, con buona pace di chi attendeva, trepidante, l’incontro serale, alle 20,45 presso l’Allianz Stadium di Torino.
Un posticipo domenicale dalle sorti combattute, dal momento che La Vecchia Signora, da parte sua, dopo essersi dichiarata disposta ad affrontare il Napoli – malgrado la situazione – aveva diramato un comunicato, in cui rendeva noto che sarebbe scesa in campo, come da copione.
E, ad intervenire, ci ha pensato anche la Lega, facendo sapere – dal canto proprio – che la partita rimaneva confermata. Attenendosi alle norme attuali previste per serie A, per discuterla è sufficiente che siano presenti 13 giocatori, esenti dal Covid.
Come raccordare la faccenda?
Se la squadra partenopea, impedita nel partire, temeva ne derivasse una sconfitta a tavolino; beffa del destino, poi, contro la più acerrima rivale. Un 3-0 codificato dalle regole di gioco. E adduceva, a beneficio, il fatto che la decisione fosse stata presa – esclusa di deroghe – dall’autorità sanitaria. Dal fronte opposto, i Bianco-neri non erano del tutto immuni al contagio, che ha coinvolto di recente, due membri dello staff.
Tutti nella stessa barca, insomma che, alla fine della fiera, non rema verso la capitale piemontese. Mertens e compagni, riunitisi presso lo stadio San Paolo per prendere il pullman che li avrebbe ‘traghettati’ all’aeroporto di Capodichino, hanno dovuto fare dietrofront.
La motivazione è presto detta. Troppo alto il rischio della propagazione di un focolaio che, in base ai protocolli, impone l’isolamento domiciliare.
Un provvedimento, peraltro già adottato in Campania per oltre 3.000 cittadini e che ha costretto i calciatori azzurri a tornare a casa, dove rimarranno per 2 settimane, salvo la facoltà di sopralluoghi, per gli allenamenti a Castel Volturno. Uno stop feroce, che potrebbe impedire loro persino di aderire alle convocazioni della Nazionale.
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