Mission Impossible 7. E Tom Cruise spia… tra le sale dell’Umberto I
‘Dove eravamo rimasti…‘. Vale a dire: tra i tanti ciak, in quale punto delle riprese? E’ così, armata di buona lena e santa pazienza, che la filiera cinematografica tutta si è messa in testa di ripartire. Mobilitando attori, comparse, registi e tecnici. Come sul set di Mission: Impossible 7. La pellicola, in previsione per il 2019, è slittata, nella programmazione, seguendo il rettilineo già tracciato da altri, a data da destinarsi. Ma intanto si gira, in quel di Roma e non mancano, per il prode Ethan Hunt, alias Tom Cruise, le polemiche.
Tutta colpa della location. Si tratta, infatti, di recitare tra i corridoi del Policlinico Umberto I, a pochi metri dall’ascensore riservato (esclusivamente) ai malati di Covid-19. Un ospedale, secondo quanto riportano i bene informati, sotto assedio. La troupe si sarebbe insediata già da una settimana, creando non pochi disagi a medici e pazienti.
Il vasto salone del primo piano della Direzione Generale sarebbe completamente in balia dei nuovi arrivati, imbavagliando le ‘normali’ operazioni di lavoro del personale di corsia. Un escamotage, del resto, per scongiurare eventuali stop, in caso di brutto tempo.
“Una situazione caotica“, stando alle testimonianze. “C’erano operatori sparsi in tutto l’ospedale tra barelle e malati di Covid, che sono 140. È uno stato di promiscuità inaccettabile. La cosa più grave è che, in un periodo in cui la curva dei contagi sta salendo, si è dato il permesso di ospitare in un ospedale un set cinematografico“. Una voce, alla quale andrebbe a sommarsi anche quella dei sindacati. Cgil, Cisl e Uil si rivolgono direttamente ai segretari: “La Regione deve intervenire subito“.
Per quanto riguarda la Produzione, al contrario, nulla da lamentare. Nessun ritardo, adeguato rispetto delle norme anti-virus e per l’attore, in particolare, l’accoglienza di sempre, da parte della città che forse Santa, un pizzichino deve proprio esserlo, se tra tutte quelle che deve sopportare mette in conto anche questa.
Cause di forza maggiore. Del resto, per usare le parole delle stesso agente del controspionaggio: “Se ti dicessi dove vado, non sarebbe una vacanza“.
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