Allarme Napoli: lasciateci respirare
‘Cosa non si fa per campare…‘. Beh, a questo punto gli argini si sono di molto ristretti. E dove l’emergenza si fa più grave, anche i ‘trucchetti’ per arrangiarsi abbondano. Viva l’ingegno – potremmo dire – se non fosse che, in tempi come questi, truffe e stratagemmi non riescono a strappare neppure un sorriso, specchio impietoso, come sono, di contingenze alle soglie del precipizio.
Così è nella regione Campania, dove i farmacisti napoletani denunciano una “situazione drammatica“.
“Ci arrivano segnalazioni di improbabili vendite di bombole di ossigeno e, addirittura, di ‘ricariche’ attraverso canali paralleli: del fenomeno ho già riferito ai Carabinieri“, fa sapere il presidente di Federfarma Napoli, Riccardo Maria Iorio. L’appello alla cittadinanza di restituire le bombole vuote non sembra aver sortito l’effetto sperato. “Per l’ossigeno liquido i tempi di attesa sono di una settimana” e, a fronte della carenza – danno oltre la beffa – si sta già muovendo un pericoloso “mercato parallelo“.
Infrascata e le altre…
Bombole gettate tra i rifiuti, come nel quartiere partenopeo di Infrascata e quel ‘mercato nero‘ sempre all’erta, proprio come accadeva – come pure per il ‘coprifuoco’ – nei giorni di Guerra.
E se non propriamente di conflitto, certo di una battaglia incessante si tratta, in cui i ‘buoni’ vengono costantemente bersagliati dai colpi bassi e controversi di chi è – evidentemente – più furbo e smaliziato.
“I farmacisti… sono allo stremo… Non riuscire ad esaudire le richieste di ossigeno è una mortificazione umana, prima ancora che professionale“, ha ammesso il Presidente, in una nota affidata ai Social. “Oramai la domanda è di gran lunga superiore all’offerta“.
“Abbiamo incessantemente richieste di ossigeno nelle farmacie; persone comprensibilmente disperate ed impaurite alle quali, purtroppo, dobbiamo rispondere quasi sempre negativamente“.
Eroi che si allenano ad ‘essere umani‘
Una debacle, poco o nulla supportata dalla richiesta di riconsegnare le bombole in farmacia. E in questo richiamo, carico d’apprensione, c’è il racconto di farmacisti “andati personalmente a casa delle persone, pur di recuperare” il tanto agognato materiale. Persino le ditte distributrici di ossigeno, “che pure stanno svolgendo un lavoro senza sosta, praticamente h24“, sono anch’esse in difficoltà.
Un macigno, che si è abbattuto sulla realtà partenopea a suffragare il pre-esistente coefficiente di disperazione, come se già da solo non bastasse.
“Sta capitando anche di non riuscire a fornire l’ossigeno per altre patologie“, precisa il presidente di Federfarma Napoli. “Abbiamo registrato, tra tante, la disperata richiesta di un cittadino che ha telefonato in Federfarma perché non riusciva a reperire una bombola d’ossigeno per la moglie affetta da tumore polmonare“.
E pure “il numero dei contenitori di ossigeno liquido è, ad oggi, limitato“.
Un insegnamento perso…
“Purtroppo – evidenzia Iorio – quanto accaduto a marzo in Nord Italia sta accadendo adesso qui da noi”. E, privo di vena polemica ma ancorato alla realtà, fa notare come sia mancata, da parte del Governo, la programmazione di un fenomeno ampiamente prevedibile.
Intanto, tra richieste dell’ultima ora e ‘tuonate’ contro che dirige – o dovrebbe, secondo il suo ruolo, farlo – arriva su Facebook la segnalazione – con tanto di reportage fotografico – di due bombole d’ossigeno abbandonate. “Il vero virus è la cattiveria umana“, riporta il commento.
C’è poco da dargli torto…
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