La partita ‘straordinaria’ che si giocherà nei giorni di Festa
Sarà una sciabolata artica, quella che ci attende per i prossimi giorni. Almeno, così, l’hanno definita gli esperti. Una morsa gelida, che attraverserà l’intera Penisola e che abbatterà le temperature anche di 10 gradi, lungo lo Stivale, senza esclusione di colpi. Neve al Nord, nelle previsioni, con precipitazioni fino a bassa quota – 400 m – e piogge battenti nel centro e sud Italia, a conclusione di un annus horribilis che vuole sparare, per l’occasione e non contento di quanto già operato, le sue ultime cartucce.
Accolliamoci anche questa, dunque che, tutto sommato, ‘tanto non si poteva uscire‘.
Tutti chiusi. Barricati come topi tra quattro mura che, il più delle volte, non riescono neppure a proteggerci e anzi, si trasformano in una sorta di gabbia in cui Lui, Mister virus, opera decisamente a proprio agio, tra un abitante e l’altro della casa.
Questo il corollario, a cui si aggiungono, austero presagio per il 2021, le parole – caustiche – di Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e componente dell’Unità di crisi Covid-19 della Liguria: “Il freddo che arriverà non aiuterà nella lotta al Coronavirus. A gennaio-febbraio, quando avremo, probabilmente, una Terza ondata di casi Covid, si mischieranno tanti virus diversi… Sarà una situazione complicata e bisognerà fare molta attenzione“. La raccomandazione, valida da sempre, è di attenersi alle regole salva contagio. Poi arriverà – si spera – il vaccino e si auspica, pure, che sia ugualmente efficace, nonostante la nuova e più all’avanguardia variante inglese. “La mutazione, anche se presente, riguarda una piccola parte del codone virale. Quindi, una piccola parte del genoma. Anche se cambia una minima parte, non cambia la struttura portante. Il vaccino funziona e funzionerà“, assicura l’esperto.
E, intanto, non è solo il tempo – inteso in senso di meteo – ad incombere sulle nostre teste. Un’altra scure – lo sappiamo bene – è lì che ci aspetta. Da domani si chiude, tutti a casa, come se i deterrenti fin qui accennati non bastassero da soli.
Così vuole il Governo, così si provvederà che funzioni. E sono partiti pure i controlli a tappeto. Necessaria, per uscire, l’autocertificazione, come tra marzo e aprile scorsi. E, benché Franco Gabrielli suggerisca “un approccio comprensivo e improntato al buonsenso“, i servizi di vigilanza dovranno comunque mantenersi “particolarmente scrupolosi“. Viabilità nazionale, grandi arterie cittadine e reti di trasporto sotto screening per prevenire, come sottolinea Bruno Frattasi, Capo gabinetto del Viminale: “possibili violazioni alle restrizioni alla mobilità, situazioni di assembramento e di mancato rispetto del distanziamento personale“.
Dati alla mano, nell’ultima settimana, secondo i numeri riportati dal Ministero dell’Interno, sono state fermate quasi 560 mila persone e ispezionati oltre 100 mila esercizi commerciali. 5.107 le multe, per violazioni delle norme anti-Coronavirus; 103 le denunce per “evasione” dalla quarantena domiciliare di pazienti positivi e 86 attività chiuse, su 335 sanzionate. Cifre dell’ultima ora, imputabili – si suppone – allo shopping natalizio, che ne ha causato – evidentemente – l’impennata.
Riassumendo, dalla Vigilia lo scenario – dicevamo – è profilato. Si sale sul palcoscenico, scontornato interamente di ‘rosso’ e ci si prepara a recitare l’ultimo atto di un commedia/tragedia che ci ha sfiancati, nei mesi e che pare non voler ancora terminare. Nuovamente, saremo seguaci sottomessi del ‘sarà consentito’. Ci atterremo alle prescrizioni, ligi soldatini.
Sorta di Presepe vivente… ci sono il bue, l’asinello e poi noi. O, forse, il nostro ruolo è proprio quello, Lucignoli di una fiaba moderna riscritta in maniera macabra. Qui non c’è fatina che tenga. La medicina è amara, proprio come nella favola, ma non si può scappare, né fare i capricci. Qui tocca essere forti e restare, saldi. Immobili? No, che quella è solo apparenza. Veloci, anzi, rapidi. Attenti a percepire e fare buon uso di ogni minimo cambiamento. Intuire le perturbazioni in arrivo e agire preventivi. Furbi, nel muovere le pedine di una scacchiera che giocano una partita per la vita.
Già. Precisi e ficcanti. Fulminei, per ritornare a bomba. Chissà… sarà forse per questo che gli scacchi sono tornati di moda?
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