Carla, se tu vai via…
Non posso permettermelo. Non poso attendere a scrivere di te, perché Tu sei in me, da un tempo infinito. Dove risiedono grazia e bellezza? Io la scorgo, da sempre, in ogni tuo gesto. Nei movimenti, negli slanci o nelle pause. Gli sguardi, le espressioni… Tu, per me, sei la dolcezza fatta carne ed io non posso che dirti grazie.
Grazie, per tutti gli appuntamenti che mi hai riservata il sabato, all’ora di pranzo. Io, casina al mare… ti osservavo con occhi colmi di incanto, mentre apparecchiavo la tavola, insieme ai grandi. Poi, magicamente, apparivi Tu sullo schermo e, immancabilmente, mi bloccavo. Occhi sgranati, bocca spalancata, cuore inondato… di Te. Solo, unicamente, di te. E di quella musica, che pareva una carezza, continua, ininterrotta. Sbirciavo i nonni, che altrettanto rimanevano lì, attenti e capivo che piacevi anche a loro.
E, intanto, su quelle punte, Tu volavi. Soave e leggera come nessuna… Dimmi se questo non è amore. Dimmi, Tu, se non è la traduzione di un sentimento che ti cresce e ti nutre, per anni. Oh Carla, se adesso decidi di andare, non posso non farti sapere quanto sei bella e potente e radicata in me. Perché ancora oggi, se penso a ballare, io vedo te. Ricordo la delicatezza che imprimi ad ogni passo e la fierezza. Tu sei la disciplina trasformata in lieve sussurro.
84 anni e beh, che importa… La passione non ha età. Me lo ha insegnato un ragazzo gentile… E il talento non conosce tramonto, ti dico io. Mia Giselle… Quando cerco un esempio di femminilità, esile e forte al tempo stesso, trovo te. Tu sei Giulietta, Medea, Francesca da Rimini… ma lo sei con il suffragio, per tua stessa detta, di “sbarra, lezioni, sudore, fatica, prove estenuanti”.
Ti prego, se puoi rimani ancora un po’. Non togliermi quel filo di freschezza che ancora, un tantino, mi abita. Sei sempre stata così coraggiosa. Tu sei Assoluta, te lo ha riconosciuto persino il NewYork Times, nel 1981, ricordi? Rido, se penso che, da piccola, desideravi fare la parrucchiera e invece sei arrivata fin dentro la mia abitazione, contaminando ‘il sacro con il profano‘ e rendendolo familiare. Intimo, per tutti.
Solo quando si assurge ad icona c’è chi studia ad imitarci. Così, magistralmente, Virginia Raffaele ha inseguito le tue tracce e Tu ne hai riso, divertita, intelligente, vivace come sai distinguerti. Ne hai giocato di quel suo copiarti. Ti sei presa in giro, rendendo segno di riverenza ed encomio ciò che poteva apparire tutt’altro.
Carla, come si fa a definirti étoile? Sembra di dimenticare tutto il resto. Sei così immensa. Sei una Leonessa, nata il 20 di un agosto lontano. Ti ammiro, mentre splendi, grande tra i grandi. Te lo meriti tutto il tuo successo. Sei Maestra… polemica ma mai fuori posto. E rigorosa. Eppure, chi sa comprendere la tua poesia, non può non rintracciare nel tuo sguardo l’ebbrezza di un carattere indomito, emozionato… e per ciò stesso emozionante. Tu possiedi la responsabilità di rappresentare, per chiunque noi, un mito. E mentre dichiari che, per vivere con addosso tal peso, il segreto è “non farci caso“, ti sollevi, ancora una volta, delicata.
Ti amo… Non ti ho mai conosciuta ma Ti amo, lo stesso. Non c’è tempo, devo dirtelo ora. E, se adesso decidi di andare, porto con me tutto quel che mi hai donato. Soprattutto, c’è un pensiero che mi colpì, diversi anni fa, quando anche io, tutù e scarpette indosso, mi cimentavo a danzare. Mi dissero, allora: “gli uomini sudano. Le donne traspirano. Le ballerine brillano!“. Ecco, la mia verità si è costruita così, in quell’unico giorno. Anzi, in quell’istante sospeso.
Tu, dunque, continua a brillare, che sembri nata apposta. Fallo, ancora adesso, per me, perché ne ho un tremendo bisogno. Fallo per tutti, perché in questo Mondo così scarno di meraviglia Tu rappresenti un generoso unguento di riappacificazione con l’Universo.
Sei una Stella, la più luminosa di tutte. Non andare. Ma se vai, sono certa, rimarrà la tua scia…
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