Quei gesti che vengono dal cuore… o forse no!
‘Ama il prossimo tuo, come te stesso‘. Ce lo insegnano perfino i comandamenti e ci spiegano che in fondo, fare del bene, è un’azione boomerang. Il nostro comportamento – vale a dire – si riflette, poi, anche su noi che lo attuiamo. Una sorta di ricompensa postuma ad un dono non richiesto. Dare – dunque – per ricevere.
Aiutare il prossimo è spesso, per molti, una vera e propria missione. Lo afferma uno studio, pubblicato su Science Advances, che vede la partecipazione, anche, della Ohio State University.
Lo studio
Gli autori hanno coinvolto più di 700 persone, sottoponendole a questionari online, per testare i comportamenti altruistici e le motivazioni, alla base della generosità. L’obiettivo era, infatti, comprendere quali fossero le molle che ci spingono alla rinuncia, in favore del nostro interlocutore.
I partecipanti erano invitati a decidere, stando a più simulazioni, quanti punti donare, sulla base di un portafoglio ideale di 10 punti, in cui questi ultimi corrispondevano ad una cifra monetizzata. Soldi, quindi, da elargire o tenere per sé. L’esperimento è ancora in fase sperimentale, ma già in grado di fornire i primi indizi, riguardo al modo in cui concepiamo i rapporti, come ci muoviamo in società o con i nostri cari, in caso ci chiedano aiuto.
Gli scienziati avevano già identificato, in precedenza, i 4 elementi ‘motivanti’, che ci indirizzano verso gesti altruistici. L’analisi ora consisteva nel comprendere il loro peso sulle nostre scelte e il modo in cui interagiscono reciprocamente.
I 4 fattori
Dunque, se il primo elemento motivatore riguarda il fatto che quando riceviamo una gentilezza siamo più propensi a fare, a nostra volta, qualcosa di buono; a volte si è cortesi con persone di cui si è valutata, nella stessa misura, l’attitudine all’altruismo.
Spesso – terzo elemento – ci mostriamo disponibili all’interno della nostra rete relazionale, nella speranza di un riconoscimento e la ricerca di gratificazione riguarda anche il quarto elemento. Poco importa che si tratti di stima, rispetto, o anche di un semplice sorriso.
In media vogliamo essere generosi
I fattori citati possono essere compresenti e influire in contemporanea sulle nostre decisioni. Tuttavia la novità, dimostrata dagli autori, sta nel fatto che, anche prese singolarmente, le cause motivanti ci incamminano verso un atteggiamento aperto e disponibile. Riflessione nient’affatto scontata.
“Se fai qualcosa di carino per me, potrei dare un peso maggiore a quest’azione, rispetto a quando la fai per qualcun altro”, ha sottolineato David Melamed, docente di sociologia presso la Ohio State University, che ha coordinato la sperimentazione. “In realtà, abbiamo scoperto che tutti i motivatori sono predittori (elementi in grado di fornire previsioni) di quanto una persona sia disposta a donare, indipendentemente da come si combinano fra loro“. Insomma, basterebbe anche solo uno tra i dati in analisi per predisporci alla magnanimità.
Basterebbe anche solo ricordarci che è possibile. Ed è semplice.
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