L’imperdonabile peccato di Hanna…
Sei anni, hanno detto. Sei anni di carcere. Che, se adesso ne ho 23, quando uscirò non saranno ancora 30. Neppure 30 anni e già marchiata.
Passerò per strada e, dal marciapiede opposto, sussurreranno: “Visto quella? E’ quella che… Aspetta? Com’è che si chiamava…?” Già, probabilmente non ricorderanno neppure il mio nome ma, del resto, che importanza ha? Cosa cambia se mi chiamo Ada, Gilda, Jennifer… Sono una qualunque che ha fatto una…. Bhé, sapete cosa intendo dire.
Magari qualcuno ricorderà di aver letto la mia storia sui giornali: ‘Hannah Harris, di professione insegnante, è stata condannata per presunti rapporti sessuali con un suo alunno. Un quattordicenne’. Non credo che saranno in molti a volerne saper di più. Pochi saranno disposti a scavare, a vedere oltre i fatti. Ad indagare me, i miei stati d’animo… Tanto che cambierebbe, come avrebbe detto mia nonna. “Ormai, la frittata è fatta!”
Dicono che nel Regno Unito la gente abbia la mente aperta. Chiacchiere, non badateci. Alla fine siamo tutti repressi. Al dunque, tendiamo a rifugiarci nelle nostre piccole certezze e rimaniamo aggrappati lì, nella speranza che nessuno ci tocchi. Nell’idea che nessuno, in questo modo, riuscirà a farci male.
Io, qui nell’Hertfordshire, mi sento diversa. Immatura, forse, me lo stanno ripetendo tutti. Ma, almeno, ho avuto il coraggio di fare quel che credevo. Sono andata fino in fondo e sì, magri ho mentito, ma sapete che vi dico? Lo rifarei.
Lui aveva.. ha… 14 anni. Si, avete letto bene. 14, 9 meno di me. Sì, è minorenne. E sì, l’abbiamo fatto nel parcheggio di un supermercato, uno di quelli che appartengono alla catena Wilko. E quindi?
Bugiarda.. bugiarda… bugiarda… continuate a ripetermelo. Caspita, si tratta di sopravvivenza. Voi non avete mai fatto sfoggio di fantasia? La mia ha sempre viaggiato parecchio. Dunque, perché non adoperarla per quella che ritenevo ‘una giusta causa’?
Sostenete che ho esagerato. Ma voi davvero non avete mai fatto pazzie? Mai, soprattutto, per amore? Va bene, va bene, non è il caso di chiamarlo amore…
Ok. Definiamola, allora, passione, sensi… il fatto è che, quando si tratta di sentire, per me è tutto smisurato. Allora, dicevamo, ho finto di essere qualcun altro. Mentre lavoravo come assistente didattica in una scuola di Hoddesdon ho inviato una serie di sms, in cui rassicuravo la mamma del mio Lui. Le dicevo di chiamarmi Olivia, di essere la mamma, a mia volta, della sua ipotetica fidanzatina e la tranquillizzavo. “Sembra che Kayla ( la mia bambina inventata) e… vadano d’accordo, quindi sono felice di portarli in giro“. Lui stava bene, sostenevo e, in effetti, dal mio personale punto di vista, stava bene sul serio.
Insomma, è andata avanti per un po’, fin quando non ci hanno beccati. Siete curiosi di conoscere i dettagli? Non vi aspettate che ve li riveli io. Andateveli a leggere sui giornali. Ne hanno parlato e pure parecchio… gli faceva comodo.
Hanno detto che, all’epoca dell’accaduto, ero già stata avvertita da un membro del personale scolastico. ‘Conversazioni inadeguate’, comportamento civettuolo: queste erano le accuse. Sarà, io ero solo spontanea, vera, come loro non sono mai stati. Probabilmente, non lo saranno mai.
In breve, nel gennaio del 2020 mi hanno arrestata. Colpa del fratello di Lui. Ha scoperto tutto. Vergogna? Certo che no. Non ne sento. Forse non ne sono in grado. Pentimento? Neppure. E’ stato bello. Breve… ma bello. Noi due ci capivamo con un solo sguardo. Eravamo complici, alleati… rapinavamo le ore, un po’ come Bonnie & Clyde.
Certo che ne sono consapevole. Prima o poi sarebbe finita… comunque. Ma allora, a maggior ragione, non era giusto mordere le vita? Mettetevi nei miei panni. Succede. A volte l’esistenza ti travolge, punto e basta. E tu che fai? La rinneghi? Le dici: “No. Non ora. Non qui!” Ma non fatemi ridere… Io lo volevo. Volevo Lui e volevo assaporare ogni cosa facesse parte di quell’insolito rapporto.
Finitela di riempirvi la bocca con la differenza di età, per favore. Perché, con i vostri coetanei vi capite al volo? Tanto ormai sono qui, no? L’obiettivo lo averte comunque raggiunto. Da dietro le sbarre non ho modo di darvi fastidio. Non posso mettere in dubbio la vostra coscienza linda…
Allora facciamo così, lasciatemi in pace. Dimenticatevi di me. Di chi sono stata. Di ciò che… – vi vedo – siete andati a cercare, curiosi, tra le le pagine dei quotidiani. Io non esisto. Non sono mai passata per le vostre austere e tristi giornate. Io non sono Hanna… Io non…
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