Siamo la coppia più bella del mondo…
…cantavano, un tempo, Adriano Celentano e Claudia Mori e, a loro modo, lo sono stati; ma aggiungiamo, per fortuna, non sono i soli.
Quella che doveva essere, nel 1958, soltanto La lunga estata calda di Paul Newman e Joanne Woodward, assunse, in breve, per i due, i connotati di un tempo infinito. 50 primavere, trascorse uno affianco all’altra, rara eccezione, in quel di Hollywood.
Newman volle rivelare i segreti di coppia in 100 nastri che poi, però, tentò di bruciare. Evidentemente, troppo intimi. Ora, tuttavia, a testimonianza dei fatti, arriva, firmata Sky, una docu-serie. The Last Movie Stars, presentata in anteprima alla Festa del Cinema di Roma riporta, appunto, le vicende della coppia, grazie alle voci, rispettivamente, di George Clooney e Laura Linney. Tra cinema e privato, ecco, dunque, il racconto di un passato, lungo, trascorso a braccetto.
La serie, in sei episodi, sarà trasmessa a dicembre, su piattaforma e in streaming su Now.
Un ritratto, quello che accende le luci sui due interpreti, divertente e, al tempo stesso, emozionante che, non di rado, rivolge l’attenzione anche ai momenti dolorosi.
Ethan Hawke, che ne ha curato la regia, a tal proposito racconta: “Prima della pandemia Clea, la più giovane delle figlie di Paul e Joanne, mi ha chiesto di dirigere un documentario sui genitori. Aiutato dal suo più caro amico, lo sceneggiatore Stewart Stern, Newman aveva iniziato a lavorare ad un memoriale… Interviste agli amici… e anche alla prima moglie, Jacqueline Witte. Per fortuna, erano già stati trascritti e ora riletti da un cast di attori“. Documenti, in sostanza, dati per perduti.
Dunque, galeotto fu, nella vicenda in questione, il lookdown. Via Zoom, le parti dei divi e del loro entourage sono state, a amano a mano, reinterpretate, lasciando trapelare episodi inediti, persino il fatto che parte del materiale era stato occultato, forse predisposto alle fiamme, direttamente dal protagonista. Un ripensamento, chissà, dovuto alla portata di verità “così intime, così sorprendenti e a volte così devastanti“.
Ampi spunti provengono da Vita straordinaria di un uomo ordinario, autobiografia postuma di Newman, in cui sfilano – tra le altre – le immagini del matrimonio a Las Vegas e le scene di vita familiare, nella tenuta in Connecticut, lontane dal clamore. Poi, i frammenti di La stangata (1973), La gatta sul tetto che scotta (1958), La dolce ala della giovinezza (1962) o La lunga estate calda (1958), il primo film insieme.
“Newman come oggetto sessuale è una montatura. Non ha mai rispecchiato la persona. È stata Joanne a cucirmelo addosso, con la sua passione“, si viene a sapere. “La ricetta della mia unione? Una combinazione di lussuria, rispetto e pazienza. Oltre che determinazione“. Tante furono le illazioni della stampa gossip su presunti tradimenti. Non mancarono neppure le voci di bisessualità. Eppure, la risposta rimaneva sempre la stessa: “Perché andare fuori in cerca di un hamburger, quando a casa hai una bistecca da mangiare?“.
In quanto a Joann, nessun dubbio: “Paul è molto bello e molto sexy e tutte quelle cose lì. Ma contano poco, se non riesci a far ridere chi ti sta vicino. E lui, sicuramente, mi ha sempre fatto ridere“.
Dire che erano così giovani…
28 anni Lui, 23, addirittura, Lei e lavoravano per il medesimo impresario. A Broadway, dove entrambi erano impegnati come sostituti nella nella pièce Picnic, scoppiò il colpo di fulmine. “Abbiamo lasciato segni della nostra passione ovunque: alberghi, parchi, bagni, sedili ribaltabili, piscine, spiagge…“, ricorderà l’attore.
Un amore, che “si candidava allo scandalo. Lui era sposato e padre di tre figli. Per qualche anno fu un tira e molla. Si incontravano, cedevano alla passione e si lasciavano. Paul cercava di far funzionare il suo matrimonio, tormentato dai sensi di colpa; Joanne non voleva rovinare una famiglia. Ma entrambi sapevano di essere destinati l’uno all’altra”.
“Il collante tra noi è che tutto sembrava possibile. La promessa del tutto stava lì, fin dall’inizio“.
Premesse che, negli anni, hanno regalato i loro frutti. E poi, a fare da corollario, le vicissitudini lavorative. Se, agli albori della reciproca carriera, Star incontrastata – a fronte di 1 Oscar – era la Woodward, ben 56 pellicole finirono per decretare il talento di colui che, tra l’altro, si fece portavoce delle istanze contro la guerra in Vietnam e, più in là, seppe distinguersi come figura di spicco, accanto al senatore McCarthy.
Poi, il rapporto vacillante e la lotta, per combattere la tossicodipendenza del figlio, i contrasti, causati dal bere, gli inevitabili esami di coscienza…
Di qui, partiranno le attività filantropiche, la beneficenza… e la guida, spericolata. “L’ho detestato“, ammetterà Joanne. “Sono le uniche volte in cui ho realmente pensato di divorziare“.
Tra le braccia della compagna di una vita, nel 2008, il Nostro se ne andrà. “Per 50 anni si sono amati, prendendosi cura l’uno dell’altra. Le loro anime rappresentano una sorta di stella polare“, chiave di un’esistenza votata alla sostanza, densa di significato, al di là di tutto… di tutti.
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