L’estate degli italiani e il rimpianto per le vacanze, accantonate nel cassetto dei desideri
Sono numerosi, nell’estate 2020, gli italiani ‘rinunciatari’. Niente vacanze quest’anno. Il programma prevede di rimanere a casa, causa pandemia. A giocare, un mix di timore, ristrettezze economiche e niet di vario genere. E’ quanto – almeno – emerge da un recente sondaggio, effettuato dall’istituto di ricerca di opinione Demoskopica.
Mascherine obbligatorie su treni e aerei, regole di distanziamento sulle spiagge, nei musei, nei ristoranti, perfino per un appuntamento dal parrucchiere o dal dentista bisogna ‘imbustarsi’… e programmi di svago ridimensionati, nelle località turistiche. Non c’è dubbio, il quadro della stagione estiva si paventa tutt’altro che ‘euforico’.
E in molti, semplicemente, non si muoveranno dalla propria abitazione. Tra questi, il 92,3% ribadisce l’intenzione di voler rimanere in Italia: la percentuale più alta, in almeno un decennio. Sicilia, Toscana e Puglia sono tra le destinazioni più gettonate, per i viaggiatori.
Tuttavia, solo il 5,5% degli intervistati aveva effettivamente prenotato una vacanza, per il 2020.
Tra gli indecisi, invece, la giustifica varia tra la paura (il 25%), e il fatto di non potersi permettere un viaggio (il 16%).
Lavoratori autonomi, operai e disoccupati: ecco le categorie più colpite.
Un sondaggio separato, pubblicato da Coldiretti / Ixe, si fa latore di risultati, piuttosto simili.
Dei 60 milioni di persone, in Italia, circa 34 milioni andranno in ferie, quest’anno, con un calo dichiarato del 13%, rispetto al 2019. Tra questi, un quarto non si muoverà dalla propria regione di appartenenza.
Manovre acchiappa-turismo
Le autorità italiane, intanto, si danno da fare per introdurre agevolazioni, volte ad incrementare il turismo. Se non nel foraggiamento, dato dall’arrivo dei turisti stranieri, si conta, per lo meno, sul spostamenti interregionali.
Complessivamente, il settore turistico italiano ha subito la peggior perdita finanziaria degli ultimi 20 anni. La crisi, insomma, ha messo in ginocchio lo Stivale. Un’analisi del Center for Tourism Studies di Firenze – cifre alla mano – prevede un calo del fatturato di 3,2 miliardi di euro (3,6 miliardi di dollari), per l’industria, nel 2020.
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