Buono come… il Panettone napoletano!

Buono come… il Panettone napoletano!

Il Panettone più buono del mondo? Ve lo comunichiamo carichi di orgoglio, batte bandiera tricolore.

Del resto, il dolce per antonomasia tipico delle feste è nato in Lombardia, pare, presso la corte di Ludovico il Moro, nella seconda metà del XV secolo. E fin qui.

La novità è che, adesso, detentore del podio nella classifica dei migliori pasticceri è – udite udite – un napoletano. Giuseppe Mascolo, 46enne maestro di Visciano, alle porte della città partenopea, si è aggiudicato, difatti, la coppa del mondo del Panettone per due anni di seguito, nel 2022 e nel 2023.

E se, nella scorsa edizione, lo ha condotto dritto dritto alla vittoria la sua lavorazione del Panettone tradizionale, quest’anno il professionista dei dolci ha bissato con quello al cioccolato, vinto in squadra con Claudio Gatti di Parma, Beniamino Bazzoli di Brescia e Aniello Di Caprio di Maddaloni. Una sorta di Nazionale, in versione zuccherina…

È stata una vera sorpresa, perché c’erano pasticceri famosi in tutto il mondo“, racconta Mascolo. “Quando mi dissero che avevo vinto, non riuscivo ad alzarmi dalla sedia, per la grande emozione“, ricorda ancora.

Storia di un successo, questa, nata “per caso“, come sottolinea in prima persona. “I miei genitori non volevano che io stessi senza fare nulla, quando uscivo da scuola“, prosegue. “Ero piccolo, avevo 11 anni e andavo in prima media. Loro lavoravano nei campi fino al pomeriggio, quindi mia madre decise che dovevo andare ad aiutare il pasticcere del paese. I primi tempi non ne avevo alcuna voglia. Poi, iniziai ad appassionarmi. Così, quando partii militare per Bologna, mi accorsi delle differenze che c’erano tra le nostre pasticcerie e quelle del nord ma, soprattutto, vidi i Panettoni“.

Già, perché il nostro, al tempo, neppure li conosceva… “Da noi c’erano altri dolci: gli Struffoli, i Mostaccioli, i Rococò, i Cannoli siciliani. Ma la cultura del Panettone non esisteva proprio. Decisi di fare diversi corsi e nel 2005 ho aperto la mia pasticceria, a Visciano. Ero felicissimo“.

Poi i concorsi, su consiglio di chi, dell’argomento, se ne intendeva: “Lo chef Giuseppe Taddio, un giorno, mi chiese di fargli provare un Panettone e poi, entusiasta, mi disse che dovevo partecipare ai concorsi. Seguii il suo consiglio e, nel 2017, ne portai 150 alla Fiera Nazionale del Panettone di Roma. Li vendetti tutti immediatamente e mi aggiudicai il terzo posto… Da quel momento ho vinto 28 titoli nazionali, tanto che i miei amici hanno iniziato a chiamarmi asso pigliatutto“.

Capace di catturare, pure, attraverso la sua arte, l’affetto dei familiari: “Sono felicissimi e molto orgogliosi, soprattutto mia moglie Valentina. Ci siamo conosciuti 12 anni fa, quando venne a lavorare nella mia pasticceria. Da quel momento non ci siamo più lasciati. Ci siamo sposati e abbiamo avuto due figli, Felice e Angela”. E anche quello dei concittadini: Visciano, fino ad oggi, era famoso per un sacerdote, Arturo D’Onofrio, un grandissimo missionario, che presto verrà fatto santo. Ora ci sono anche io“.

È cambiata la sua vita? Gli si domanda. “Molto, adesso la gente mi riconosce per strada, vogliono farsi le fotografie, ma io mi sento sempre lo stesso. L’umiltà, nonostante le gratificazioni, non va dimenticata. Mio padre mi diceva sempre che devono essere le persone a dirti: Sei bravo“.

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