Il Cancro? Gli Egiziani lo conoscevano già…
Medicina, scienza, architettura, matematica… gli Egiziani – pressoché impossibile negarlo – ci hanno insegnato – e tramandato – tutto o, almeno, hanno fatto da apripista, in riferimento ad un’enorme serie di discipline. A testimoniarlo, le inarrestabili e continue scoperte da parte degli Studiosi, che riguardano proprio l’Impero durato millenni e le cui tracce ancora emergono ai nostri giorni.
QUEL CRANIO CHE HA TANTO DA DIRE
Ebbene, tra i più recenti ritrovati c’è un cranio, con mandibola annessa, appartenente – a quanto pare – ad un giovane. Un trentenne, su per giù, su cui si evidenziano i primi segni di chirurgia. Si tratterebbe – tengono a precisare gli Scienziati – di un intervento raffinato, disallineato, per certi versi, con la preparazione che dovremmo attenderci dall’epoca. Ed è proprio il teschio a spalancare le porte a tutta una serie di congetture.
L’osservazione microscopica, difatti, spinge a supporre ad una lesione di grandi dimensioni, compatibile con un’eccessiva distruzione dei tessuti. Una neoplasia, per intenderci. Non solo. Il reperto mostra anche 30 lesioni metastatizzate, piccole e rotonde, sparse un po’ ovunque. Ciò che, tuttavia, ha destato maggiore scalpore, al di là di quanto descritto finora, sono i tagli presenti attorno alle diverse lesioni, realizzati – con tutta probabilità – per mezzo di un oggetto appuntito. Un bisturi ante litteram – insomma.
“Quando abbiamo osservato per la prima volta i segni di taglio al microscopio non potevamo credere a ciò che avevamo di fronte“, si rende noto. “Sembra che gli antichi Egizi eseguissero una sorta di intervento chirurgico legato alla presenza di cellule cancerose, dimostrando che l’antica medicina… conduceva anche trattamenti sperimentali o esplorazioni mediche, in relazione al cancro“.
EGIZIANI DAI MILLE TALENTI
Dai testi antichi, del resto, emerge l’abilità del Popolo nell’identificare, descrivere e curare malattie e lesioni traumatiche, costruire protesi, inserire otturazioni dentali. Per il resto, sia pur in mancanza di prove certe, si fa strada l’idea di presumibili tentativi. Sperimentazione, in sostanza, portata avanti, nella volontà di venire a capo di questioni annose, relative – magari – anche a malattie apparentemente incurabili.
“Vediamo che, sebbene gli antichi Egizi fossero in grado di affrontare complesse fratture craniche, il cancro era ancora una frontiera della conoscenza medica“. “Questa scoperta è una prova unica – in sintesi – di come l’antica medicina avrebbe cercato di affrontare o esplorare il cancro, più di 4mila anni fa“, senza considerare che si tratta di una “nuova prospettiva, straordinaria nella nostra comprensione della storia della medicina“.
Non basta. “Volevamo conoscere il ruolo del cancro nel passato; quanto fosse diffusa la malattia nell’antichità e come le società antiche interagissero con la patologia“.
Dunque, l’evidenza dei fatti lascia spazio anche all’ipotesi che si avesse contezza, sin da allora, della malattia, evidenziando come la patologia, già millenni prima dell’arrivo di Nostro Signore, fosse comune.
Si apre, pertanto, la via ad ulteriori considerazioni, valutazioni, ripensamenti, armati di una curiosità che non dà modo di svanire, che si auto alimenta, in virtù di sempre nuovi e più aggiornati dati. Modelli e stili di vita niente affatto assodati e che ancora hanno molto, ma molto da donarci…
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