Diario di A.

Diario di A.

Atto IV: “Difficoltà

Voglia di fare l’amore… Già, ma con chi, che qualunque strada mi si presenti davanti ha il sapore di essere ‘quella sbagliata’. Il corpo freme. Poi mi giro e trovo… il vuoto. O meglio, trovo ‘loro’, che si prefigurano come il mio nuovo, o vecchio, futuro. Loro, con i loro occhi belli, alcuni limpidi, altri misteriosi ed enigmatici… In tutti, varrebbe la pena tuffarsi. Anzi, è valsa la pena tuffarsi perché, mio e loro malgrado, fanno tutti comunque parte di un passato da cui mi sto allontanando. Fisicamente ma, mi rendo ancora più conto, soprattutto mentalmente.

Voglia di fare l’amore. Desiderio di fondere il mio corpo con quello di qualcun altro. Qualcuno, però, che non mi faccia sentire tradita o, peggio ancora, di passaggio. Qualcuno che sostenga il mio, di sguardo, per più di qualche secondo; che abbia voglia, a sua volta, di afferrarmi la mano e guardare avanti.

Questo tempo per provare; meglio ancora, per verificare, è prezioso. E’, forse, la prima volta che ho la possibilità di vedere le magagne, di stabilire quel che fa o non fa ‘davvero’ al caso mio. L’Amore? Quello, almeno per quel che mi riguarda, non si è mai allontanato, nei confronti di nessuno. Coltivato con dedizione e costanza. Alimentato a suon di strappi di cuore ma mai abbandonato.

Poi, semplicemente, succede. Succede che le carte si rivelino, che i nodi finiscano per venire al pettine. Occorre pazienza, certo, ma succede. Capita che quelli che avevi così a lungo aspettato si ricordino di te. Senza un apparente motivo e non perché ti amino, probabilmente. Piuttosto, perché stanno imparando ad amare se stessi e Tu – questo lo sanno bene – sai come accompagnarli. Gli fornisci gli strumenti. Sai come alimentarne l’ego o proteggerne le fragilità e, per questo, rappresenti, al presente, una scelta.

Non volendo vedere oltre, andrebbe anche bene. Il ‘Tappeto’ ha tutta l’aria di esser figo. L’hai visto e te ne sei innamorata in un’istante ma, adesso, non puoi più fare a meno di constatarne lo stato: l’usura… Oh, non mi riferisco ai difetti che, tanto, quelli ce ne abbiamo tutti. Io per prima. Parlo, piuttosto, della mancata esigenza a rimuovere la polvere. Il protrarre, negli anni, uno status quo che annichilisce: loro, prima ancora che me.

La mia polvere, la sto scopando via. Mi giro e vedo. Vedo una che ci ha provato con tutte le forze; che la vita l’ha presa di petto; che ce l’ha messa tutta per rendersi accondiscendente, delicata… Si è data da fare, ha lottato con tutte le sue forze. E’ caduta, caduta, caduta, caduta… un disco rotto e da sola, ogni volta, si è rialzata. Ha imparato ad essere ciò che era, a divenire anche quel che, invece, non era ma era necessario fosse. La pazienza non è mai stata nelle mie corde, eppure…

Ed eccomi qua, il decluttering, del resto, comporta anche questo, no? Fare i conti con tutto, davvero tutto e tutti. Quelli di prima e quelli che verranno domani. Quanti, destinati a svanire nel nulla e quelli – se ce ne saranno – dotati, al contrario, della facoltà di restare.

Se me lo domando, so perché li ho amati, ad uno ad uno. So cosa esattamente mi attrae di ognuno. Cosa mi avvicina e cosa mi risulta inaccettabile. Impossibile… niente. Non c’è nulla che mi possa allontanare definitivamente se non – e questa è la prima volta che mi accade – la necessità di pensare prima a me stessa. Una me stessa, sincera, come sempre. Onesta nei confronti dei propri sentimenti ma anche irrimediabilmente capace – per attitudine naturale – di guardare le cose per quelle che sono.

Non mi sono mai illusa o raccontata favole. Tutt’al più, ho creduto. Ho preferito puntare tutto il patrimonio sul cavallo che ritenevo vincente e lì ho investito, fino all’ultimo centesimo. Difficile scegliere? Peggio, per quel che mi riguarda, non scegliere. Il Limbo mi mangia… Mi consumano i silenzi e l’idea di non comprendere, di non riuscire a leggere il cuore dell’altro.

Ecco, in questa nuova fase che, oramai è assodato, ci sto dentro, non aspetto. Prendo le mie decisioni in base… a me. Spolvero e così facendo, mi appresto a dissipare ogni dubbio. Mi stanca, è vero, tutto questo.

In certi momenti mi sento annichilita, esausta ma quale altro modo c’è, mi chiedo, per riprendermi in mano la vita, se non ripartire dal mio di stomaco? Prendere il cuore, la testa, la pancia e risanarli o, almeno, tentare e, intanto, mentre, mi perimetrano attorno con in mano una richiesta, osservarli. La distanza, tutto sommato, è quella giusta. Adeguata, per poter toccare con mano senza, tuttavia, rimetterci anche stavolta le dita.

Compromessi? Non credo di volerne più. In verità, la sola cosa che spero per me, ora; la sola che desidero, che voglio è fare l’amore!

Vi aspetto. Attendo i vostri consigli, i commenti, gli sfoghi, o tutto quel che vi attraversa la mente. E’ un portfolio di idee e riflessioni questo e quel che se ne ricava – ne sono convinta – può rivelarsi in ogni caso utile, non soltanto per me…

Scrivetemi! Scrivete a Diario di A.: evamielefederica@gmail.com Sarà un piacere ascoltarvi, rispondervi, confrontarci insieme…

ATTO I: “Le suggestioni

ATTO II: “Le decisioni

ATTO III: “Innamorata di me