Così l’elettrico si reinventò… a Mirafiori
Immaginate di spogliarvi dai vostri panni e di indossare, per l’occasione, quelli di uno tra i più celebri investigatori di tutti i tempi. Lente alla mano, seguite la scia degli indizi e vediamo fin dove siete in grado di arrivare…
Luogo del reato: Torino, Mirafiori.
Corpo del reato: non una batteria, bensì una piccola centrale di accumulo che si muove su quattro ruote e che, una volta collegata, scambia corrente elettrica con la rete.
Obiettivo del piano: il progetto di una tecnologia avanzata, dichiaratamente made in Italy; una centrale di interconnessione tra i veicoli e la loro fonte di ricarica. L’idea pilota porta firme interessanti: Fca, Terna e Engie Eps, e nasce con la volontà di sperimentare una soluzione di scambio, su larga scala. Grazie al sistema Vehicle-to-Grid, un’ulteriore preziosa fonte per il comparto elettrico nazionale.
Recentemente, sono state inaugurate 32 colonnine, a cui possono essere attaccate 64 vetture, tutte 500 elettriche. Ma il futuro spinge. Ad impianto completato – tempi previsti fine del 2021 – la connessione, in contemporanea, interesserà fino a 700 vetture sul piazzale di strada.
Funzionalità, insomma, che abbraccia, nei risultati, anche un cospicuo apporto economico. Del resto, così si muovono le grandi Aziende.
Forse stiamo svelando troppo e magari per voi l’avventura di scoperta risulterà esageratamente banale, ma c’è ancora qualcosina di cui raccontare: a copertura del parcheggio, destinato alle vetture collegate al V2g, Engie Italia sta realizzando una maxi-pensilina, composta da circa 12 mila pannelli fotovoltaici, che andranno ad alimentare, con energia elettrica green, i locali di produzione e logistica. Un lavorone, per consentire, su base annua, l’emissione di oltre 6.500 MWh di energia, risparmiando all’ambiente – nel ripetersi dei 12 mesi – oltre 2.100 tonnellate di CO2.
Vi starete domandando: ma adesso che sappiamo tutto, cosa c’è ancora da indagare?
On, non peccate di superficialità. Convinti di aver analizzato quanto detto, nel dettaglio? Di aver tratto le adeguate conclusioni? Non dimenticate che quel che più interessa, in questa storia, è la gestione dello scambio di corrente.
Rammentate che le vetture rimangono per il 95% ferme, mentre collegandole alla rete i costi di gestione e manutenzione si abbattono.
Quasi dimenticavamo, c’è persino un inidiziato: il Ministro per lo Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, che sul 4.0 annuncia un investimento di 27 miliardi in 5 anni e conferma che l’elettrico sarà uno degli elementi trainanti: “Siamo a un punto di arrivo e di partenza, perché la soluzione sarà sempre più diffusa, nel futuro… Il Governo sta seguendo passo passo la transizione all’elettrico. Quello di oggi è l’avvio di una sperimentazione vera“. Parole, peraltro sottoscritte dal presidente di Fca, John Elkann e dal responsabile Emea di Fca, Pietro Gorlier,
“La mobilità sostenibile è un pilastro fondamentale su cui si basano tutte le nostre attività“, sostiene quest’ultimo, che tiene a sottolineare come l’avvento delle 500 elettriche non sia destinato a prodotto di nicchia: “Venderà bene, la transizione è già partita“. Per Massimiliano Garri, direttore Innovazione e Soluzioni Digitali Terna, “il progetto di Mirafiori è il risultato di un virtuoso percorso condiviso, di ricerca e sviluppo. Le e-car rappresentano una potenziale fonte di energia molto rilevante”.
Non mancano i complici, come potete osservare:
Carlalberto Guglielminotti, amministratore delegato di Engie Eps, ha affermato che “nel 2030, prevedendo che anche solo il 5% dei veicoli circolanti nel continente siano elettrici, gli Ev diverranno la tecnologia dominante che… deciderà ogni singolo equilibrio, all’interno dei mercati europei“.
Eccoci al dunque. Il quadro è completo. Basta analizzare i singoli particolari, per comporre un puzzle assai più articolato e complesso di quanto, in primis, si possa immaginare. Un gioco raffinatissimo di equilibri e collaborazioni. Una spy story dei giorni nostri dove – insolitamente – manca il cattivo. In cui i colpevoli esistono, ma lo sono solo poiché protagonisti di una ricerca di efficienza, progresso, miglioramento in un settore in continua e rapida evoluzione. Senza negare l’idea del guadagno, ma accompagnandolo – semmai – ad una filosofia di pensiero, in cui la salvaguardia di quel che ci ci circonda e ci dà da vivere sia rivolta, perennemente, verso mete ambiziose.
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