Animali domestici ai tempi del Coronavirus
Domande. Parecchie. In un momento di incertezza così profondo c’è poco da fare, si cerca rifugio nelle spiegazioni di chi dovrebbe saperne di più. Si attendono risposte, più o meno plausibili, nel tentativo di placare l’ansia, di trovare un punto su cui porre la parola fine, riguardo a questa storia che, trasversalmente, ha finito per riguardare l’intero globo.
Allora, a fianco del:”Cosa si può fare e cosa no?”, “Il Coronavirus sparirà con l’arrivo del caldo?”… c’è anche chi si preoccupa per i propri amici a quattro zampe.
Gli animali possono infettarci?
I chiarimenti ce li fornisce, efficacemente, il Ministero della Salute. “Indagini dettagliate hanno scoperto che in Cina, nel 2002, SARS-CoV è stato trasmesso dagli zibetti agli esseri umani e, in Arabia Saudita, nel 2012, MERS-CoV dai dromedari agli esseri umani.
Numerosi coronavirus noti circolano in animali, che non hanno ancora infettato esseri umani”. Questo, in sintesi, quanto diffuso. In specifica, va aggiunto che “La fonte animale del nuovo Coronavirus non è stata ancora identificata. Si ipotizza che i primi casi umani in Cina siano derivati proprio da quest’ultima“.
Nulla, tuttavia, lascia pensare, conclude la nota, che si possa venire infettati dal proprio animale di compagnia. “Non vi è alcuna evidenza scientifica che cani o gatti abbiano contratto l’infezione o possano diffonderla“.
Inutile rammentarlo, è necessario, anche in questo caso, fare leva sul buon senso: “Si raccomanda di lavare le mani frequentemente con acqua e sapone o usando soluzioni alcoliche, dopo il contatto con gli animali“.
La Croce Rossa per gli animali
Tra allarmismi e doverose cautele, il timore è che molti animali possano venire abbandonati. In questo senso, la Croce Rossa Italiana, insieme all’Ordine dei Medici Veterinari di Roma, stanno provvedendo, affinché la sindrome da contagio non finisca per ripercuotersi su chi, evidentemente, è esente da responsabilità.
“Noi non siamo contagiosi”, recita la campagna di sensibilizzazione, facendo appello al fatto che l’unica propagazione possibile, da parte dei nostri piccoli amici, sta nell’affeto e nella presenza costante al nostro fianco.
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