Negli Emirati Arabi il matrimonio si pratica ‘on-line’
La pandemia colpisce ancora, inossidabile. Andando ad insidiare persino i capisaldi della nostra tradizione. Così, come facile prevedere, si registra un crollo delle cerimonie e, laddove Chiese e Location erano state prenotate in precedenza, una corsa al rinvio e alla disdetta, senza precedenti.
Civili o religiosi che siano, per poterli festeggiare, con banchetti e ricevimenti, come è da costume, ce ne vorrà di tempo. Bisognerà attendere la fine dell’emergenza sanitaria; di sicuro, l’allentamento delle misure di distanziamento sociale.
E se, in Italia, questo suona quasi come un ‘dictat’, c’è chi, come accade negli Emirati Arabi Uniti, prova ad ideare escamotage altrettanto all’altezza. Si ricorre, dunque, ai matrimoni online, con il Pc personale.
L’iniziativa, del Ministero della Giustizia degli Emirati Arabi, sta facendo il giro del mondo, e chissà se qualche altra Nazione aderirà alla trovata, estendendo la procedura anche alle pubblicazioni e al rito civile…
Matrimoni online negli Emirati Arabi
Esattamente come nella Penisola, anche negli Emirati Arabi sussiste – causa Coronavirus – il divieto di celebrare le nozze. Qualsiasi tipo di assembramento è, infatti, ritenuto terreno fertile per la propagazione del virus. Impensabili, dunque, i festeggiamenti.
La scappatoia la offre, allora, su un piatto d’argento, la tecnologia. E ciò che dal vivo è ritenuto, al momento, utopia, lo consentono, invece, le procedure online, via Skype o videoconferenza. Il Ministero della Giustizia ha elaborato una piattaforma digitale ad hoc dove, chi non vuole rinunciare al matrimonio, può inviare i documenti necessari, pagare le tasse per la registrazione ed eseguire il rito, comodamente da casa.
Sa poco di romantico – è vero – ma si tratta comunque di una soluzione che, tra i vari benefici, consente un certo grado di risparmio; oltre a garantire il rispetto delle misure di sicurezza, anti-COVID-19.
In quanto al divorzio…
Nessuna precisazione riguardo alla possibilità di divorziare, adoperando lo stesso metodo. Si presume, pertanto, che sciogliere il vincolo coniugale online sia ancora vietato. Una disparità di trattamento che, del resto, trova conferma nel fatto che, anche nel Bel Paese, separazioni e affini siano passati in secondo piano.
Le udienze sono sospese fino all’11 maggio 2020 e i tribunali restano in funzione solo per le pratiche più urgenti. Quelle, cioè, che riguardano minori, maltrattamenti in famiglia e misure cautelari.
In Italia, a che punto siamo?
Possibile estendere la pratica online anche in Italia? Sebbene lo stesso Governo non abbia ancora preso posizione al riguardo, né tanto meno sembri intenzionato a farlo, non è da sottovalutare il sentore di chi, a sua volta, dovrebbe dirigersi all’altare. Chi aveva in programma di sposarsi ad aprile, maggio o nei mesi estivi preferisce aspettare. Piuttosto che rinunciare alla funzione, agognata come una favola e alla Festa, al seguito di parenti e amici.
Ciò non toglie un eventuale un cambio di rotta, qualora le condizioni in atto perdurassero a lungo. In fin dei conti, se è possibile divorziare direttamente in Comune, senza avvocato e con il solo esborso della marca da bollo – costo 16 euro (quando c’è il consenso di entrambi e non ci sono figli minori o disabili a carico) – non è assurdo ragionare su matrimoni, separazioni e divorzi digitalizzati.
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