Trovato il cadavere di una giovane donna dentro una valigia nera
Era scomparsa da 11 giorni, quando le sue spoglie sono state rinvenute nella località di Moreno – Buenos Aires – intorno alla metà del mese di aprile, forzatamente costrette all’interno di una valigia.
Camila Aldana Taroco aveva appena 26 anni, due bambini, rispettivamente di 5 e 7 anni, e chissà quanti sogni nel cassetto…
Uccisa e interrata in un campo. Come quelle cose di cui ‘non ne vuoi più sapere’; come un oggetto di cui si può fare a meno o, semplicemente, del quale, stufi, ci si vuol liberare…
Peccato che quella ‘roba’ sia, ancora una volta, un essere umano. Ancora una volta, verrebbe da aggiungere, una donna. L’ennesima, ad allungare la lista di femminicidi di cui le cronache sono infarcite, ormai da tempo.
Ritrovato il cadavere, sepolto in un campo
Sembrava fosse stata risucchiata nel nulla, all’inizio. Scomparsa. Fino ad allora, la polizia l’aveva cercata in lungo e in largo. Se non che, rovistando tra le campagne, era sorto il sospetto. Scavando nel terriccio semi-divelto – riporta il giornale argentino Perfil – le forze di pubblica sicurezza l’avevano ritrovata, priva di vita, in un’area compresa tra Monsegur Avenue e San Cayetano, a circa 20 isolati da casa. Due, da quella dell’ex fidanzato.
Proprio così. Ariel Alberto Gonzales aveva già ricevuto, d’altronde, un ordine di arresto – su richiesta del Procuratore di Moreno, Luisa Pontecorvo – per falsa testimonianza, in data 8 di aprile.
Ma già quattro giorni prima c’era chi fosse disposto a testimoniare riguardo all’atteggiamento del 33enne, tronfio nel vantarsi con i parenti per aver ‘fatto fuori’ Camila.
“Non voleva vederti felice con nessuno e non voleva renderti felice lui stesso e ora ti ha tolto la vita“, c’è chi scrive su Facebook, in memoria della vittima. Testimonianza, che va a confluire in quel fiume di “Assassino“; “Hai ucciso la madre dei tuoi figli“; “Non avrai i perdono di Dio“… e ancora: “Andrai all’Inferno“; “Giustizia per Camila“, riservati all’ex. Un accatastarsi di rabbia, indignazione, manifesta impotenza, di fronte a tanta crudeltà e altrettanta pochezza.
Tutti gli indizi portano all’ex fidanzato
Le indagini non sono ancora concluse, ma il principale sospettato rimane l’ex fidanzato. Lo stesso procuratore ha voluto che il cadavere fosse trasferito presso l’ospedale giudiziario, per poter risalire alla causa e al momento esatto della morte.
Intanto, le indagini proseguono. Gonzales, dal canto suo, interrogato dal pubblico ministero, non ha saputo rilasciare dichiarazioni convincenti. L’uomo, per altro, ha già violato una detenzione domiciliaria, impostagli per violenza di genere.
Tutto, in ogni caso, lascia pensare ad una vicenda motivata da gelosia.
Camila aveva, da tempo, iniziato a frequentare un ex soldato (sul quale sono stati condotti tutti gli accertamenti, doverosi per la situazione). Inutile dire: un nulla di fatto. Diversa la posizione di Gonzales.
Dall’inizio dell’epidemia di Coronavirus Camila è il settimo bersaglio, in Argentina, di una guerra, se vogliamo, ancora più silenziosa, ancora più carogna e più difficile da scongiurare, di quella contro il contagio da Covid-19. Vittima di un carnefice che non si può prevedere e, come tale, ti uccide due volte.
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