I delfini e quella nostalgia per gli amici umani…
‘Chiara, celeste, nostalgia‘… recitava una canzone di Cocciante. Quella che, forse, devono aver sentito i delfini del Barnacles Cafè, in Australia. Addestrati ad un contatto consueto con gli umani, ultimamente sembrano registrare una serie di comportamenti da lasciare, quanto meno, sbigottiti. Hanno iniziato – stando alle testimonianze degli addetti della scuola – a portare a terra coralli e bottiglie. I volontari pensano che possa trattarsi di “regali”. Un comportamento, derivato dall’assenza – cause di forza maggiore – delle lunghe file di persone, a cui i mammiferi erano abituati.
Lo strano fenomento avviene ormai regolarmente. Dalla scuola di Tin Can Bay, fanno sapere, su Facebook, quanto sia forte l’attaccamento degli animali ai loro ospiti. Si affaccendano, “mostrandoci quanto manca l’interazione e l’attenzione del pubblico“.
Delfini al tempo del Coronavirus
E così, spugne di mare, bottiglie incrostate di cirripedi e pezzi di corallo… i doni provenienti dalle acque sono innumerevoli. E c’è chi fa notare come l’accaduto registri un precedente. Una situazione simile si era già verificata tempo fa, durante il periodo di chiusura del locale.
Barry McGovern, esperto in materia, ha spiegato a 7News.com.au che, per quanto possibile che i delfini stiano cercando di esprimere il proprio senso di nostalgia, è piuttosto improbabile. A riportarlo il Daily Star, in cui si legge che i delfini “fanno di tutto: usano strumenti, hanno cultura, hanno qualcosa di simile ai nomi nei fischi”.
McGovern, studente per il dottorato presso l’Università del Queensland, aggiunge che niente lo sorprende più, quando si tratta di delfini. Secondo l’uomo, l’atteggiamento sarebbe sì figlio di una carenza ma, più che di coccole, di un pasto gratuito e della routine.
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