Curvy’s revenge. Ritorna la bellezza dalle linee sinuose
“Nella figura della donna bisogna che i tratti e il profilo dei muscoli, il modo di posare, di camminare, di sedersi, tutti i suoi movimenti e atti siano rappresentati, in maniera che non vi si possa scorgere nulla di quanto è proprio nell’uomo. Ma che, conformemente al suo elemento primitivo, che è il cerchio, ella sia interamente tondeggiante, delicata, morbida, opposta alla forma robusta e virile”.
Siamo nel 1600. Poche righe, per aderire ai canoni tracciati dal Maestro Rubens, riguardo all’ideale femminile. “Solida, soda e bianca”, egli la vuole.
Una bellezza giunonica, il cui fascino trova espressione nelle rotondità delle forme. Linee sinuose e volumi ridondanti, messi al servizio di una generosità burrosa come quella che, nel periodo del post dopoguerra, troverà le sue più fertili icone in Marilyn Monoe, Jane Mansfield, Lana Turner… e che in Italia, negli stessi anni, si tradurrà nella sensualità carnale di attrici come Silvana Mangano, Sophia Loren, la Lollo nostrana.
Tutte unite dal magnetismo di un corpo che, a stento, accetta di rimanere imprigionato negli abiti.
Prima ancora c’è Betty Page, trasgressiva, edonista, disinibita.
Tutte, dicevamo, a raffigurare, anzi meglio, ad incarnare, un prototipo di donna destinato a suscitare, nell’immaginario maschile, appetito e turbamento.
Persino la Bibbia racconta di Salomè che, danzando, fa capitolare Erode. Dimena i fianchi, e intanto, voluttuosamente, sfila via, uno dopo l’altro, i sette veli che la ricoprono…
‘Corsi e ricorsi storici’, per citare il buon Vico.
Che ci riconducono ai famigerati tempi moderni. Giorni in cui un afflato di goduriosa sinuosità rilancia linee dai contorni morbidi, recupera la seduzione di corpi ‘a clessidra’, espressione manifesta di coloro che, nel linguaggio attuale, identifichiamo come ‘curvy’.
Ma cosa si intende con questo termine?
Da vocabolario, citiamo: “Formoso. Distinto da un’armoniosa pienezza di contorni”. Dunque, nulla conta che si tratti di taglia 44, 46 o 50. Giusto, invece, soffermarsi sull’andamento flessuoso, rotondo, aggraziato.
A confermarlo, la nuova schiera di ‘belle vere’, a cui fa capo Candice Huffine. La super modella plus-size, già sulla copertina di Vuoge Italia, occupa il Palmarès come prima testimonial ‘in carne’ del calendario Pirelli.
Una rivoluzione, sembrerebbe, che ridefinisce un inedito tracciato del ‘cool’.
Accanto alle avanguardie: Ashley Graham, Robyn Lawley, Tara Lynn, Marquita Pring, si accompagnano volti consueti come quelli di Jennifer Lopez, che il fondo schiena lo ha assicurato, o Kim Kardashian, che del suo lato B, è il caso di dirlo, ne ha fatto una fortuna.
E se Hollywood accoglie a braccia aperte la rubiconda fisicità di Sofia Vergara e Kelly Brook, Kate Winslet, armata di scanzonata ironia, sentenzia: “Non voglio passare il tempo a preoccuparmi delle dimensioni del mio c…”
Oltre i confini del Belpaese, i brand più affermati strizzano l’occhio alle taglie forti, proponendo capi in grado di ottemperare ad esigenze di portabilità e contemporaneità.
Nella Penisola, d’altro canto, marchi come Elena Mirò o Fiorella Rubino, da sempre interpreti di questo trend, trovano freschi alleati in aziende come Parah, Big&Tall, Kiabi, Curvissime… A foraggiare ulteriormente il mercato lo shopping on-line, ed uno stuolo di concorsi rivolti a chi, delle proprie curve, sceglie di farne un vanto.
Corsi e ricorsi, per l’appunto.
Del resto le nazionalissime Monica Bellucci, Sabrina Ferilli, Valentina Lodovini… portano alto il vessillo di una bellezza che, stanca di compromessi, pretende, nella società odierna, di far rima con concretezza. Ai giorni d’oggi patinato esige di collimare con reale, e la moda non rimane altro che un divertissment, l’ispirazione a cui appellarsi per declinare se stessi, ricordandosi, inderogabilmente, di non prendersi mai troppo sul serio.
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