Coronavirus e mercato immobiliare: l’abitare ai tempi del post-quarantena
Pandemia e prezzi degli immobili… è un capitolo, questo, a cui in Italia non siamo ancora arrivati, ma è indubbio che il mercato – come illustrano anche gli esperti del settore – stia cambiando il suo volto.
Inevitabili, come prevedibile, le speculazioni. Tre mesi di fermo non potevano non incidere.
E, in effetti, Covid o meno, un nuovo rapporto, pubblicato dal portale immobiliare Idealista, mostra che i prezzi – in media – sono leggermente aumentati, durante la chiusura: 0,3% in più, a maggio, rispetto ad aprile, periodo in cui si registrava una diminuzione dello 0,1%. Più in generale, la tendenza a tre mesi ha mostrato un aumento complessivo dello 0,6%.
Differenza di prezzi tra regioni e città
L’immagine varia, anche in modo significativo, tra regioni e città. Lo studio ha registrato aumenti medi dei prezzi in 63 delle 110 metropoli prese in esame. Sei non hanno risentito di alcun cambiamento, mentre i prezzi, altrove, sono diminuiti.
Una su tutte Milano, in cui prezzi sono scesi dello 0,8% a maggio, dopo aver subito un primo calo già ad aprile.
Pare inoltre che, chi è in cerca di una nuova abitazione, tenda ad allontanarsi dai centri abitati per puntare, piuttosto, sulle zone rurali, più sicure, dopo lo scoppio del Coronavirus. Ciò non toglie che i prezzi abbiano continuato a lievitare, nella maggior parte delle situazioni: 3% a Napoli; 1,2% a Bologna e Torino.
Fluttuazioni – di rito, potremmo dire – considerando il fatto che la spesa media dell’abitare, nel Belpaese, è in costante calo, dal 2012. Da maggio 2019, il prezzo medio degli immobili è diminuito del 2,1% su base annua, secondo il rapporto.
Troppo presto per giudicare l’impatto
“Il Covid-19 ha comprensibilmente cambiato le condizioni del mercato, ma i prezzi sono stabili, al momento“, dichiara Vincenzo De Tommaso, capo dell’Ufficio Studi di Idealista. “Dopo l’inattività forzata dovuta al virus, i venditori sono in attesa di vedere come si comporteranno gli acquirenti che visitano le loro case e quali offerte riceveranno.“
Troppo presto, dunque, per stabilire il vero impatto del Covid-19 sulle vendite di proprietà.
Certo è che, da aprile, decine di migliaia di vendite di immobili sono state cancellate, spesso conseguenza della perdita del posto di lavoro o slittamenti, delegati comunque alla crisi.
“Non manca la domanda, ma per riguadagnare il ritmo delle vendite, forse, sarà necessario adattare i prezzi alle circostanze del mercato“.
“Il mercato immobiliare è profondamente legato all’andamento dell’occupazione“, spiega Nomisma, Società di consulenza finanziaria italiana, nella sua relazione più recente. “Più aumentano disoccupazione e licenziamenti, meno famiglie compreranno case“.
L’ente di ricerca, con sede a Bologna, ha fatto presente che il mercato immobiliare italiano ha esordito, nel 2020, con un crollo del fatturato di 9 miliardi, rispetto ai risultati registrati nel primo trimestre dell’anno precedente. Le agenzie immobiliari hanno riaperto a maggio, ma il riavvio – notano in molti – è assai lento, specie per quel che riguarda il mercato internazionale, condizionato dalle restrizioni che ben conosciamo.
Gli acquirenti internazionali
“Da metà aprile, posso dire che il numero di richieste che stiamo ricevendo è aumentato ed è quasi lo stesso della situazione pre-Covid“, fa notare Sara Zanotta, fondatrice e direttrice di Lakeside Real Estate, sul Lago di Como. “Gli acquirenti che hanno annullato i loro viaggi e incontri con noi stanno ora cercando di riprogrammare per luglio-settembre.”
E gli agenti… cosa dicono? Sostengono che hanno dovuto reinventare il proprio lavoro. Ad esempio, prediligendo per i propri acquirenti tour virtuali, piuttosto che condurli in visita, di persona, presso lo stabile che è nel loro interesse conoscere.
Del resto, anche i gusti di chi compra sembrano aver risentito della crisi.
“La maggior parte delle persone sta cercando immobili con un ampio spazio interno e un’area esterna“, insiste Zanotta. “Penso che questo periodo abbia mostrato a molti quanto siano importanti questi requisiti.”
E ribadisce, per quanto concerne il mercato internazionale: “non c’è motivo per cui i prezzi debbano essere ridotti. Rimarranno stabili, tranne che in alcune aree interne dell’Italia, dove il mercato è praticamente solo per i residenti italiani“.
“Sul Lago di Como – traccia l’esempio – posso affermare che i prezzi sono sempre gli stessi. È importante sottolineare – insiste, a difesa di nuovi potenziali interessati – che le persone che vengono in Italia, e in particolare sul Lago di Como, non sono alla ricerca di affari super né approfittano di una brutta situazione economica“.
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