Elton John, l’ex moglie gli fa causa per ‘danni psicologici’
Un risarcimento, per circa 3 milioni di sterline. Eccola la cifra, pretesa dall’ex moglie di Elton John, Renate Blauel. Il cantante – stando alla donna – sarebbe reo di aver infranto i termini dell’accordo di divorzio.
In alcuni passaggi, contenuti nel libro di memorie ‘Me‘ e nel film ‘Rocketman‘ sarebbero emersi – viene spiegato, più nel dettaglio – momenti privati, diversamente da quanto stabilito, tra i due, nel 1988.
Matrimonio: andata/ritorno
Un connubio, quello tra l’ingegnere del suono ed Elton John, durato quattro anni. Bastevoli, per ritenere violata la riservatezza, siglata all’epoca. Le rivelazioni avrebbero provocato, nella diretta interessata, ‘danni psicologici‘. Di parere opposto, facile immaginarlo, i legali della controparte.
Secondo i documenti, depositati dalla Blauel presso l’Alta Corte di Londra, Elton John aveva accettato di rimuovere paragrafi dell’autobiografia, prima che fosse pubblicata, lasciando che la consorte apparisse, nella versione definitiva, in sole otto pagine.
A ben guardare, non si riscontrano ingiurie o maldicenze, nei confronti della ‘nostra’. Anzi, viene ritratta come persona “che non posso criticare in alcun modo“. Tanto di cappello. Eppure, alcune frasi avrebbero “travisato gravemente la natura della… relazione“. In particolare, quelle in cui Sir Elton dichiara di non aver iniziato il matrimonio, con l’intenzione di dare vita a una famiglia.
Menzogne, secondo la Blauel. Invenzioni, suffragate dal fatto che, i due, avrebbero, invece, “tentato di avere figli“, ma senza soluzione.
Ebbene, la richiesta che la dichiarazione venisse rimossa non ha trovato credito.
Naufragio di un unione ‘vera‘
La donna sostiene – d’altro canto – di non essere neppure stata consultata, riguardo all’apparizione in ‘Rocketman‘, dove il suo ruolo è stato interpretato da Celinde Schoenmaker, in una brevissima scena: meno di cinque minuti. In occasione dell’uscita del film e del libro, – asserisce – sarebbe stata molestata da una giornalista, scatenandole – sue dirette parole – “grande ansia“.
“Renate è particolarmente turbata dal film“, ha ribadito l’avvocato che la tutela, Yisrael Hiller, intevistato da Bbc. “Il film cerca di dipingere il loro matrimonio come una finzione. Una visione, che lei contesta con tutto il cuore e considera una rappresentazione falsa e irrispettosa del tempo che hanno trascorso insieme. Renate pretende la privacy che le è stata promessa“, ha proseguito il legale. “Ecco perché sta facendo un’ingiunzione. Qualsiasi richiesta di risarcimento è secondaria e coprirebbe solo i danni e le spese future, causate dalle violazioni di Elton“.
Una fonte vicina al cantante rivela che, dal canto suo, “Elton è scioccato e rattristato dal comportamento di Renate, dopo 30 anni di divorzio, consensuale amichevole e rispettoso. Soprattutto perché lui l’ha sempre elogiata, pubblicamente“.
Quelli di un tempo…
Diatribe, scaramucce… interessi? E chi più ne ha più ne metta.
La coppia si incontrò nel 1983, mentre Elton registrava il suo album ‘Two Low For Zero‘ negli Air Studios di Londra, in cui la Blauel lavorava. L’anno seguente, in Australia, il matrimonio, con tanto di commento, da parte di Lei: “E’ il ragazzo più simpatico che abbia mai incontrato“.
Un soffio, perché arrivasse il divorzio. D’altronde, Elton John, già nel 1976, aveva reso pubblica la propria bisessualità, non rinunciando a far presente, successivamente, la predilezione verso l’universo maschile. Sfociata, poi, nel 2005, in un secondo sposalizio. Il Lui in questione: il regista David Furnish. Un nuovo inizio… questa volta con prole.
Un peccato, a ben pensare. Non per le scelte sessuali di Elton John, del tutto personali e inopinabili. Quanto, piuttosto, per lo spreco di un sentimento. Il cantante non ha mai risparmiato di esternare il proprio senso di colpa e il rimpianto per la ferita causata. Intenzioni di un animo sensibile, intenzionato a trovare pace, pur nella più scomoda delle situazioni.
Chissà se, avvolta nel silenzio, la Blauel saprà concedersi un’altra opportunità per mantenere solido il rapporto con una persona – perché di questo si tratta – che l’ha accompagnata per un tratto della su vita. Chissà se saprà vedere oltre. Se avrà voglia, ancora, di puntare all’essere umano e non al personaggio e non diventare essa stessa pedina, di un un gioco che, alla lunga, conduce inevitabilmente al massacro…
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