Titanoboa… quel ‘serpentello’ che ingoiava i coccodrilli
Chi ne è affascinato e, al tempo stesso, intimorito. Chi li detesta, provandone ribrezzo. Chi, sedotto, a tutti i costi vuole possederne un esemplare da ‘ospitare’ in casa, manco fosse un cagnolino o un canarino, per poi, magari, perderne le tracce…
Parliamo di rettili, utenti cari, quelli che, da sempre, hanno saputo alimentare il mito delle nostre illusioni. Che ritroviamo nella Bibbia – chi lo dimentica più il Giardino dell’Eden, popolato dal primo uomo, la prima donna e… proprio Lui, simbolo di funesta tentazione? E se il bastone di Mosé aveva, secondo le scritture, la capacità di assumere le sembianze di serpente, per poi tornare nella dimensione, consueta, in rame:
“Mosè allora fece un serpente di rame e lo mise sopra l’asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di rame, restava in vita” (Esodo, 4,2-4), donandogli, per altro, proprietà mitologiche; per la regina tra le regine, la Faraonica Cleopatra, divenne latore di infausto diniego.
Da sempre, le religioni – pensiamo alle tradizioni tantriche dell’induismo, hanno preso l’animale a titolo di morte e rinascita. Ne ha approfondito il tema la psicologia: “Il serpente rappresenta la libido che si introverte…“, asseriva Jung.
E persino, dai blasoni medievali ai tempi recenti, se ne sono volute fare interpreti numerose Società. Il Biscione accompagna Inter, Alfa Romeo, e come non pensare a Mediaset?
La figura del ‘Satanasso tentatore’ riempie eccellenti pagine di libri (vd. Il piccolo principe) come pure lunghe pellicole di cartoon (Il libro della Giungla). Hollywood lo ha praticamente celebrato, in Anaconda e persino il ‘maghetto’ Harry Potter non ha saputo rinunciare all’allure enigmatica della creatura.
Terrore, appunto e reverenza, di fronte al diretto erede del Branchiosauro che, almeno nell’immaginazione, arrivava a misurare fino a 2,5 metri.
Fantasia. Se non fosse che, nel 2009, un equipe di paleontologi ha rinvenuto le tracce del più antico fossile della storia. Il Titanoboa – questo il nome – pare sia vissuto fino al Paleocene, ma a rendere oltremodo sorprendente la scoperta sono le dimensioni, ipotetiche, del soggetto in questione: circa 13 metri di lunghezza, per un peso che superava la tonnellata.
Si presume che sia sopravvissuto alla scomparsa dei dinosauri e che, per un periodo, sia stato il cacciatore più grande e pericoloso ancora in vita, perfettamente acclimatato con le tiranniche temperature della Foresta Amazzonica.
“La realtà – insomma – ha superato di gran lunga la creatività di autori e registi“, confermano gli studiosi. E, intanto, fanno sapere che lo strabiliante divoratore di coccodrilli (ne poteva ingoiare uno, per intero, in un sol boccone) non nutriva, tuttavia, particolare appetito. Si cibava circa due volte l’anno. Quel tanto, necessario al rifornimento per le stagioni a venire.
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