Manuale del giovane femminista… o dell’uomo ‘sensibile’ che non temeva di esserlo

Manuale del giovane femminista… o dell’uomo ‘sensibile’ che non temeva di esserlo

Ok – domanderete – cos’altro ci dobbiamo inventare? Ok – aggiungerete – come si fa ad insegnare a ‘remare contro‘, in una Società in cui la rivalsa sull’altro non solo appare all’ordine del giorno, ma risulta anche l’unica forma di credito verso una vita che sa sempre più di scherno?

Le abbiamo provate tutte…. ma cosa serve parlare di senso civico, rispetto… poi ti giri, e guarda dove siamo finiti. Neppure la minaccia dell’inesorabile riesce più a fermarci. La paura? Beh, in fondo ‘chissenefrega‘, tanto cosa abbiamo, di più, da perdere?

Vero. Tutto. E però che fai? Ti dai per vinto? Getti le armi? O non studi – piuttosto – strategie ‘alternative’? Non provi a raggirare l’ostacolo, livellando il modo di comunicare; adattandolo – meglio – al target che sta lì, pronto a ‘sentire’ – che non è la stessa cosa di ‘ascoltare’, sia chiaro – e criticare, additare, sentenziare…

Ammansire i Lupi… come si fa? Deve esserselo domandato anche Giovanni Gaetani, scrittore e blogger che, con il suo Manuale del giovane femminista tenta, a suo modo, di fornire almeno qualche strumento in più, affinché gli uomini o i futuri tali, possano, voltandosi indietro, evitare di perpetrare gli stessi errori commessi da chi li ha preceduti. Un vademecum – scritto per mano di un femminista, sostenitore dei diritti delle donne e attivista, a discapito della disparità di genere e la violenza – atto di sintesi contro l’ideologia patriarcale e la cultura maschilista.

Alimentiamo il dialogo tra sessi, incentiviamo la cultura del consenso, suggerisce. Come comprendere, altrimenti, cosa accade nell’altro/a, nel frangente in cui violiamo – magari senza neppure rendercene conto – il suo spazio vitale? Comprendere il punto esatto in cui fermarci; quello – cioè – da cui, poi, non è più possibile fare ritorno.

Chi si occupa di tecnica della scrittura lo sa bene. Esiste un momento preciso, nella stesura di una trama, sia essa destinata alla carta oppure di intento cinematografico, in cui ‘nulla assomiglia più a se stesso‘. Ecco, prima di toccare quell’istante e iniziare a scivolare, c’è modo arrestarsi. Di riflettere. Di dire: ‘Alt‘, che niente ci è stampato addosso e un uomo – uno vero – riesce pure a piangere, a cambiare idea… riesce, insomma, ad ‘essere umano‘.

Lezione impartita… o almeno tale era l’intenzione.. a chi? A quei tanti che non perdono occasione per lasciare, on line, traccia di sé (un po’ come i cagnolini quando li si porta a passeggio). Commenti derisori, farciti di preconcetti, nutriti a cucchiaiate di paure e pregni dell’idea che, per vincere, sia necessario urlare più forte.

E dire che, tra i primi insegnamenti, a quanti si apprestano nel mestiere di doppiatori viene spiegata l’intenzione: l’incisività di una frase deriva – per capirci – dallo spirito, dall’attitude con cui viene pronunciata, assai di più che dal timbro di voce adoperato.

Eccoli, allora, tronfi di sé, pronti ad espandere il proprio pensiero ai quattro venti a anche lì, il pudore è un concetto ormai quasi blasfemo…

Dall’ultimo capoverso è chiarissimo che, al netto del bersi la propaganda di facciata, molti (compreso te) non conoscano la vera identità del femminismo“, si legge. E ancora: “Una curiosità: se io ho pagato per anni i preservativi, quando poi passa alla pillola devo dividere i costi o faccio un conteggio e detraggo dalle spese anticipate?“.

Banalità, che riducono ad altrettanta banalità anche quel che vien detto.

Da uomo a uomo‘, recita lo stesso Gaetani, adottando il tono confidenziale di chi non ha la pretesa di saperne di più; solo di aver osservato più a fondo. E magari la propspettiva non sarà quella ideale. Probabilmente certe sue visoni o saranno discutibili, ma è pur sempre un tentativo.

E’ un lumicino che si accende e vira al contrario e prova ad accennare, timidamente, che se quella adottata non è la strada ‘giusta’, forse, ce ne può essere un’altra… forse… più meritevole, più appagante, più felice, per tutti. Non serve andare contromano; basta virare appena. Basta interrogarsi… immedesimarsi, in chi ci sta di fronte.

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