No tampone… niente Sacramento
Galeata: un paesino praticamente disperso nel nulla, in provincia di Forlì. Appena 2.500 anime, Secondo le proporzioni a cui siamo abituati oggi potrebbe non esistere, e invece…
Invece, con le sue regole, si fa sentire. Tramite la voce, soprattutto, della sindaca Elisa Deo, non nuova a far parlare di sé.
Recente, la notizia che la donna abbia preteso che i bambini in procinto di accedere alla prima Comunione dovessero, in precedenza, effettuare il tampone.
Esagerata? Niente affatto, giacché, nel piccolo centro abitato, già sette persone, tra cui un minore, erano risultate positive e altre ventisei si trovano, tuttora, in isolamento. Altre, ancora, sono in attesa di ricevere l’esito del test.
Parere, del resto, condiviso anche dal centro ospedaliero di zona, nel quale la prima cittadina presta opera come infermiera, e dallo stesso Parroco.
Una squadra ad hoc dell’AUSL di Forlì è stata inviata apposta, nel comune, per i prelievi.
“I bambini che dovevano ricevere la prima Comunione domenica prossima erano in 17 – racconta don Massimo – ma uno di loro è risultato positivo. Il nostro è un piccolo paese, non eravamo tranquilli. C’è stato un allarme sociale“. E specifica: “Tutti e 16 i bambini hanno fatto il tampone, che comunque è gratuito e volontario. Lo hanno preso come un gioco. So che dall’esterno può sembrare un diktat… ma la situazione è meno pesante di quello che si pensi. Speriamo risulteranno tutti negativi“.
Cerimonia, dunque, sì, all’aperto. Appuntamento presso l’Abbazia di Sant’Ellero e “rispettando tutte le norme anti Covid“. Perché non posticipare, piuttosto? E’ presto detto. In realtà la liturgia era già stata spostata “una volta, a causa del lockdown. Poi, io in ottobre mi trasferirò a Predappio. I genitori ci tenevano che celebrassi la comunione dei loro figli, a conclusione di quello che è stato un percorso intrapreso insieme. Sono contento, quindi, di poterlo fare prima di partire“. Cuore di prete o di un buon pastore, abituato a vigilare, tutelare, confortare e soccorrere i propri parrocchiani.
La sindaca, sentita dall’Ansa, sottolinea, a sua volta, che a preoccuparla non è tanto la funzione, quanto il post. Il momento, cioè, dei festeggiamenti, in virtù anche del focolaio già in sviluppo: “Ho invitato anche le persone ad annullare o evitare assembramenti in locali pubblici e ristoranti“, ha detto, facendo appello al buonsenso. I contagi nel comune sono sotto controllo e, per ora, non si prevedono misure generali ulteriormente restrittive. Ma lo spettro di un nemico invisibile che incombe c’è ed è tangibile.
“No alla promiscuità“. Per dirla in parole povere. Con i pareri che – inevitabilmente – si ripartiscono tra favorevoli e contrari. Sì e no, contrassegnati dalla lotta tra il desiderio di andare comunque avanti e la prudenza, che induce a pensare di spostare rituali, festività, eventi ancora un passo in là.
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