Elettriche: VADEMECUM per principianti

Elettriche: VADEMECUM per principianti

Elettrico sì… elettrico no… l’evoluzione del guidare si traduce, oggi, in qualcosa di rivoluzionario. A cui – evidentemente – abbiamo necessità di abituarci. La tecnologia porta con sé i suoi privilegi. Toglie e regala, allo stesso tempo. E la tendenza a rifugiarci in convinzioni ed abitudini più o meno radicate, rischia di allontanarci da un approccio più efficace con un concetto di cui – evidentemente – conosciamo ancora poco le dinamiche di utilizzo.

Liberiamoci dai preconcetti

kW e kWh, spine di ricarica type2 e CCS, app e tempi di ricarica, temperature… Eccolo il nuovo lessico del mettersi al volante. Terminologia che, oltre a vederci liberi da preconcetti, deve trovarci disponibili anche al cambiamento. ‘Familiarizzare’, in sintesi, con l’idea che non si tratta più di chiedere, in fase di scelta: “Quanti km fa questa macchina?“, oppure: “Quanto tempo impiega a ricaricarsi?

Sbagliato. Oh, non in sé. Sbagliato, tuttavia l’approccio. Il tempo di ricarica va considerato, infatti, nei termini dei 12 secondi. Quelli, necessari, una volta fermi – giunti a lavoro, rientrati a casa… – per inserire la spina della wallbox nell’auto. Ha il sapore, forse di una provocazione; ma se ci si ragiona, in effetti, nel discorso c’è coerenza. Il tempo in cui guidiamo è notevolmente inferiore rispetto a quello in cui la vettura rimane ferma. Perché mai – allora – ricaricarla in concomitanza con l’utilizzo? Perché, invece, non sfruttare il momento in cui è parcheggiata?

La domanda da porsi, più coerente, è dunque: “Quanta autonomia può recuperare l’auto durante la notte o mentre si è a lavoro?

Riflettiamo, quindi, sull’ottimale combinazione di autonomia, km giornalieri percorsi, disponibilità di parcheggio con wall-box, appunto, e ore di fermo e ci renderemo conto, per iniziare, del tempo risparmiato presso il benzinaio.

Autonomia

Ovviamente dipende da modello a modello, a seconda della capacità del pacco-batterie, dov’è stoccata l’energia. Chiariamo subito: in elettrico si percorrono, in genere, meno km di un’auto a gasolio o a benzina. Si va – nel dettaglio – da un minimo di 150 a oltre 500 km. Occorre, pertanto, verificare la percorrenza necessaria, esaminando preventivamente gli spostamenti. Tenendo conto, oltretutto, che le batterie costano. E più range chiediamo, più prezzo e peso aumentano. 

Va detto, con l’irrigidirsi delle temperature la resa delle batterie cala. Ed aggiungiamo, a velocità sostenute corrisponde un assorbimento di energia assai più rapido. D’altronde, grazie alla frenata rigenerativa, l’auto elettrica si ricarica. E l’autonomia, guidando con accortezza in città, tra continue frenate e accelerazioni, è maggiore di quella dichiarata.

Ricarica autonoma

Il ‘bello’ dell’elettrica, assieme al silenzio assoluto e all’accelerazione, niente affatto paragonabile a quella delle auto tradizionali, è che può ricaricarsi con la spina di casa, anche avendo un normalissimo impianto domestico da 3 kW di potenza. Ma è chiaro che la durata del rifornimento è molto lungo e può non reggere il contemporaneo uso di elettrodomestici energivori

A tal proposito, meglio acquistare una wall-box, una scatoletta che si monta nel garage di casa e consente una ricarica intelligente, che non solo previene i black-out, ma può essere programmata, anche per prelevare energia nelle ore in cui è meno costosa.

Rifornimento e Batterie

Costa in media, se effettuato a casa, 20-22 centesimi al kWh, per un percorso che varia da automobile ad automobile. Più in generale, si va dai 4 km a kWh per le vetture più energivore ai 7 km abbondanti delle virtuose. Se però si ha fretta e si ha necessità di rifornire nelle stazioni pubbliche super-veloci, il costo del kWh può arrivare a 50 centesimi. Più del doppio, in sostanza.

In compenso, la manutenzione è ridotta al minimo: non ci sono da sostituire oli e filtri vari.

Riguardo poi alla durata delle batterie, alla lunga si deteriorano, un po’ come accade per i telefonini. Tutte le auto elettriche hanno, comunque, una garanzia, per una capacità residua di almeno il 70% dopo 8 anni o 150-160 mila km. I tecnici ritengono poi che la ricarica lenta, come quella domestica, preservi meglio la durata della batteria. E che sia utile ricaricare nelle colonnine ad alta potenza solo quando è necessario, per affrontare viaggi lunghi.

In acquisto o a noleggio

In effetti, la seconda è una soluzione da non sottovalutare. Il noleggio, a tre o quattro anni, può essere una formula molto interessante, che mette al riparo da qualsiasi sorpresa (tipo il deterioramento del pacco-batterie). È una formula tutto-compreso, con un canone mensile che copre manutenzione, bollo, assicurazione.

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