Le mariage de BB
Pronunci BB, reciti… quadretti. La stampa Vichy è tutt’uno con l’aria, contesa tra donna e bambina che, sin dagli esordi della carriera, ne ha tracciato le sembianze. Ingenua e maliziosa insieme, con quel muoversi conturbante di chi riesce a sedurre dalla copertina di Elle (siamo nel 1953) come dalle immagini patinate ricavate della pellicola. Nel film di Michel Boisrond (1959) danza, vitino da vespa, bucando letteralmente lo schermo, in Voulez-vous danser avec moi? (uscito in Italia col facile titolo Sexy Girl). E quell’innocenza mai persa la conserva perfino per le seconde nozze.
Il fortunato è Jacques Charrier. Al momento dell’incontro, Brigitte ha 25 anni ma un curriculum sentimentale piuttosto nutrito. Musa ispiratrice del regista Roger Vadim, lo aveva sposato nel 1952. A seguire, le relazioni con Jean-Louis Trintignant, Gilbert Bécaud, Raf Vallone e Sacha Distel. Sul set di Babette va alla guerra esplode, come un fulmine, la passione, destinata a culminare in un Sì più impegnativo.
La parigina – classe 1934 – si rivolge, anche per l’occasione, allo stylist di sempre, Jacques Esterel, che le scolpisce su misura un abito dall’allure virginale. Probabilmente lo scalpore derivò proprio dalla negazione di un’audacia che tutti si aspettavano.
Ed eccoli, dunque, i quadretti, fare la loro comparsa, il 18 giugno 1959, sulla soglia del Municipio di Louveciennes. La sposa, inseguita dai paparazzi, talmente emotivamente assorbita dal momento, da scoppiare in lacrime di fronte alla presenza insistente dei fotografi. Salvo poi, asciugato il viso, offrirsi di nuovo al cospetto di chi, affamato di catturarne la figura, l’aveva inseguita fin dentro le sale.
Ebbene, “l’assassinio dell’haute couture“, si narra, fu perpetrato proprio in quella data. Chi, nel desiderio di emulare colei che allora rappresentava la quint’essenza della bellezza, avrebbe più avuto il coraggio, pur potendoselo permettere, di presentarsi all’altare con indosso abiti costosi, elaborati come quelli di Farah Diba o Liz Taylor?
Quando si dice ‘fare tendenza’… dal giorno successivo alle nozze prese il via una vera e propria caccia al tessuto Vichy. Uno tra più grandi negozi di tessuti di Parigi riuscì a venderne – pare – 8 mila strisce in poche ore; mentre alle sartorie vennero chieste, nel giro di un solo mese, 3.500 ‘copie’ del vestito indossato da Brigitte Bardot.
Il ‘motivo’ fino ad allora utilizzato per le tende della cucina, improvvisamente si era reso introvabile. Un giorno memorabile, dunque, quello del matrimonio con Charrier. Non tanto per il fatto in sé: i due si separarono nel 1962, quanto per quello scampolo di stoffa rosa, che ancora vive, respira, si rinnova nelle infinite dimensioni della moda. Un po’ come le gesta precedenti compiute da un’altra icona di stile, Coco Chanel, che del jersey, adoperato fino ai primi del ‘900 per gli indumenti intimi, ne aveva saputo ricavare un must di eleganza.
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