Valeriona nei guai… e si tratta di truffa ‘stellare’
Il momento è buio per tutti, ma quando la deflagrazione cade sulla testa della ‘Regina delle Celebrità, tanto per citare un noto brano degli 883, allora l’udito si fa sottile e l’attenzione si volge tutta lì, direzionata verso chi non solo ama tanto far parlare di sé, ma pretende che ciò avvenga ‘nel migliori dei modi possibili’. Chi vive, costantemente attento ad offrire un riflesso della propria immagine immancabilmente patinato, tale da rasentare la perfezione.
E, invece, di essere umano si tratta, anche quando, a protagonista del racconto, assurge Miss Valeria Marini, soubrette cosmica, anzi stellare, come ama autodefinirsi.
E questa è una storia di brutti incontri, un po’ come nella fiaba di Pinocchio, solo che Valery (preferisce essere chiamata così, tenetelo ben da conto se dovesse capitarvi di incontrarla) non recita, stavolta, la parte della Fatina. Interpreta, invece, il ruolo di vittima inconsapevole, insieme a sua madre Gianna Orrù, prede entrambi del fantomatico produttore cinematografico, nonché regista, Giuseppe Milazzo.
L’uomo si è presentato alla mamma della showgirl nei panni di broker esperto in cripto-valute e investimenti online. Piccoli raggiri, qualche manovra ruffiana e la Signora è stata convinta ad investire oltre 335 mila euro, somma magicamente sparita, come il coniglio dal cappello di un prestigiatore. Anziché moltiplicarsi, il denaro – mettiamola così – si è reso evanescente.
Il resto, è facilmente intuibile. L’indagine per truffa aggravata e, finalmente, grazie all’intervento della Procura di Roma, la verità.
Era il 2018 quando, dopo aver conosciuto l’imbroglione tramite la figlia, con cui l’uomo era entrato in confidenza, Gianna, si era lasciata convincere a stanziare prima 10 mila euro (febbraio) su una piattaforma di trading: Etoro. Poi, nel giro di due sole settimane, altri 100 mila euro. Soldoni, a cui si aggiunsero, il mese seguente, altri 100 mila e poi ancora, ad agosto, 25 mila euro. Una super frode all’italiana, per dirla in breve, fatta di attese infinite e di ovvie reticenze.
Sembra che l’uomo avesse pianificato il progetto nel dettaglio. Poi la denuncia e adesso una nuova aspettativa. Quella, però, della sentenza.
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