1, 2, 3: il Capodanno che ci aspetta, infarcito di regole
Che sarebbe stato un Natale ‘diverso’ ce lo siamo ripetuto innumerevoli volte. Meno consapevoli potevamo essere, rispetto alle restrizioni – legittime – messe in atto dal Governo: numerose, perentorie e che ci imporranno Feste dal tono assai più dimesso, relativamente ai precedenti. Dalla possibilità di viaggiare alla chiusura/riapertura delle scuole; dallo shopping alla settimana bianca, alle serate in compagnia dei parenti… ecco, di seguito, il percorso che ci attende.
Regioni blindate
A partire dal 19 o, nella migliore delle ipotesi, dal 23 di dicembre scatterà il divieto di valicare i confini regionali, anche per quanto riguarda le zone classificate gialle. Le ‘migrazioni natalizie’ sono ritenute stimolo involontario ad un eventuale ‘travaso di contagi’; dunque l’allerta è alto. Due, probabilmente, le deroghe: per chi debba rientrare nella propria Regione di residenza e per chi abbia la necessità di raggiungere i parenti di ‘primo grado‘. Condizionale d’obbligo, giacché, la riguardo, ancora si dibatte.
Insidie da viaggio
Francia, Germania e così anche l’Italia non apriranno gli impianti sciistici, fino al 10 gennaio. Ma, per quanti intendano comunque direzionarsi in Austria o in Svizzera per qualche giorno di sci Oltreconfine, ci si orienta già verso l’obbligo di quarantena – della durata di 14 giorni – al rientro dal viaggio. Una misura che, dal tono fiscale, potrebbe essere sostituita dalla perentorietà del tampone molecolare e che già suscita polemiche.
Niente sci fino al 10 gennaio
Stagione sciistica – accennavamo – ferma, almeno fino al nuovo anno. Nel frattempo, nonostante le Regioni si stiano attrezzando con un protocollo apposito: mascherina, 50% di capienza per funivie e cabinovie e quant’antro si leghi all’attività in questione, gli esperti proseguono nel mantenersi scettici. Temono recrudescenze, anche nei momenti collaterali allo sci. Quelli, cioè, delegati alla convivialità: dalle cene alle feste in albergo, alle partite a carte, etc.
Capodanno ‘low profile’
Toni decisamente ‘bassi’ per la conclusione dell’anno. Niente Feste, né all’aperto né, tanto meno, al chiuso. Al bando gli assembramenti in piazze o strade. Ci attende una notte del 31 – insomma – insolitamente silenziosa. E si discute, anche per quel che concerne i fuochi d’artificio: giro di vite, quest’ultimo, ancora non ratificato.
Licei: riapriranno dopo l’Epifania
Dal 7 gennaio, tutti in classe. Discussione ancora aperta, vero. Tuttavia, almeno per quanto riguarda gli studenti delle superiori, nel mese di dicembre si proseguirà con la didattica a distanza. Anche qui, del resto, i pareri sono ondivaghi. Conte, insieme alla ministra Azzolina, vorrebbero – laddove l’indice di contagio lo consentisse – ricondurre la presenza almeno al 50%, già entro il 14 di dicembre. Ma, come ripetuto in più occasioni, si procede a tentoni.
Un rifiato per lo shopping
Respirano, finalmente, i negozianti. Da venerdì 4 dicembre, gli orari di apertura delle attività potranno protrarsi fino alle 21, nelle regioni valutate gialle e arancioni. In un primo momento, si era presa in considerazione l’ipotesi di una chiusura alle 22, ma la conferma del Coprifuoco esattamente alle 10, non darebbe modo di mantenere fede alla norma. Centri commerciali, inoltre, aperti anche nel week-end ed una serie – come immaginabile – di rigidi controlli, a tutela, prima di tutto, dei cittadini. Il fine è di scongiurare le resse legate alle festività, foriere, come fu quest’estate per locali e discoteche, del verosimile riaccendersi di focolai.
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