Quella faccenda irrisolta della Messa di Mezzanotte

Quella faccenda irrisolta della Messa di Mezzanotte

I giorni – meglio sarebbe dire mesi – dei DPCM non sono ancora terminati, ma intanto si affaccia all’orizzonte – neppure troppo remoto – il profumo della Festa. Si continua a parlare di orari, di veti, chiusure… ci si districa tra zone rosse, arancioni, gialle e poi, vacanze sì, cenone no… Insomma l’atmosfera, rispetto ad un periodo che dovrebbe esser manifesto di fermento e di gioia, assume invece le sembianze di un tempo che racconta di incertezza; respira – a tratti – di sconforto.

E, là dove mancano i punti di riferimento, montano le discussioni. Quelle tra Governo e Regioni, le diatribe con i Sindacati, che si aggiungono ai giochi politici, mai abbandonati. Così, persino la Messa di mezzanotte diventa argomento di dibattito. Derivazione, anch’essa, della lunga mano del Covid che tutto avvolge, che dovunque si espande, financo in Chiesa.

Gesù può nascere due ore prima“, la butta là Boccia, volendo significare che il Coprifuoco non si tocca. “A messa sì. Può essere celebrata prima, come già avviene ovunque”, risponde – senza troppi preamboli – Michele Pennisi. Secondo il Vescovo di Monreale, il problema non è l’orario della Celebrazione. Si tratta, piuttosto, di rispetto per le regole.

E noi le regole le rispettiamo“, prosegue il prelato. “Già in Vaticano, il Papa celebra due ore prima, e la vigilia di Natale. Nelle parrocchie c’è già chi lo fa la sera, alle diciotto. Dov’è il problema? Non ne farei un dramma“.

Al di là delle battute, assicura, “la Messa non è un tabù intoccabile“.

Cadono, dunque, le resistenze della Cei, ipotizzate e temute – più che altro – dalla governance.

Lo dico da cattolico, non è un’eresia far nascere Gesù bambino due ore prima… Lo sarebbe, semmai, non occuparci dei malati o dei bisognosi. È quello che ci ha insegnato Papa Francesco“, insiste il Ministro. Del resto, anche Speranza, nei giorni scorsi, è stato chiaro: “Allo stato, il Coprifuoco alle 22 vale anche per la Messa della vigilia“.

Tutto porta a pensare, dunque, che le funzioni saranno anticipate di qualche ora, probabilmente tra le 18 e le 20, permettendo così di rispettare le norme senza precludere, a chiunque voglia, di partecipare.

A ben guardare, aggiunge Pennisi, si tratta di un’opportunità.

Il Covid-19, facendoci scoprire le nostre false sicurezze, ci aiuta a comprendere che abbiamo bisogno di qualcuno che dia un senso profondo alla nostra vita. Per la Chiesa salvare il Natale è diverso da quello che pensano tante persone, per le quali le feste coincidono con la frenesia del consumismo. Rimane il rischio di celebrarle, dimenticando il Festeggiato“.

Parole ‘sante’, verrebbe da sottoscrivere che, prima ancora che di fede, si fanno porta voci di buon senso. Conte ed il suo entourage, pure, puntano alla trattativa. Si procede, guidati – per volere comune – da disponibilità all’ascolto e messa in discussione. Tutto si risolverà, nel momento in cui verranno stabiliti gli orari a cui attenersi.

Il fatto è che, si tratti delle 21, delle 22, delle 23 o persino delle tanto attese 24 ( non si sa poi da chi?), qui non si narra la favola di Cenerentola. Se nel messaggio cristiano si vuole realmente credere, allora si deve tener conto che Dio non ha bisogno di bussare per farsi avanti. Non domanda permesso. Il cammino interiore è del tutto personale e richiede coraggio, determinazione. Abbisogna di superare le apparenze, i pro-forma; di rendersi vivo attraverso la preghiera. Ma per congiungere le mani non serve un luogo specifico. Ci si deve armare – più semplicemente – di un credo capace di manifestarsi in ogni nostra azione, che reciti devozione, che dispensi amore. Allora sì, in qualunque modo, sarà Natale.

LEGGI ANCHE: Riprendono le messe e c’è chi benedice… con la pistola ad acqua

CONSULTA LE NOTIZIE INERENTI ALLA POLITICA

Commento all'articolo