Sampietrini: ‘quei serci’ a cui nun se po’ dì addio…

Sampietrini: ‘quei serci’ a cui nun se po’ dì addio…

Restyling, laddove – con il termine in questione – si intenda un rinnovamento del design o del look. To restyle, in lingua inglese, sta a significare, in effetti: conferire un nuovo stile. Ed è proprio ad un ritocco – d’eccellenza, certo – che ha pensato la Sindaca Virginia Raggi, per la Capitale.

Il suolo di Roma costituisce – è ormai noto – una sorta di piaga incolmabile. E allora, nel tira e molla delle amministrazioni, questa volta si è deciso di fare sul serio. Via l’asfalto, via pure i marciapiedi. Signori e Signore, tornano i Sampietrini. L’operazione, già attuata in via Nazionale, interesserà, adesso, via del Corso.

Ebbene sì – udite udite e squillo di trombe – il Campidoglio grillino ha stanziato 4,6 milioni di euro affinché, da piazza del Popolo a via delle Convertite, per 850 metri, il caratteristico acciottolato si reimpossessi del proprio spazio.

Un cantiere ‘complesso’, tale lo definiscono i tecnici. “Via del Corso, l’antica via Lata di origine romana, penetra perfettamente rettilinea da porta Flaminia fino a piazza Venezia e costituisce l’asse centrale del tridente, intervento urbanistico compiuto tra il XV e il XVII secolo, con via di Ripetta e via del Babuino“. Si introduce, con queste espresse parole, il documento. Quindi prosegue: “In epoca contemporanea ha assolto la funzione di asse viario di attraversamento del centro storico di Roma, definendo la direttrice nord-sud. La trasformazione della pavimentazione in conglomerato bituminoso in selciato ricostituirà la continuità percettiva del percorso, che va da piazza del Popolo a piazza Venezia“.

Un intervento delicato. Un progetto – senza dubbio ambizioso – su cui hanno lavorato a lungo anche gli esperti della Soprintendenza. In sostanza, i sampietrini in arrivo da viale Aventino, dove spariranno e saranno sostituiti da una stesa di asfalto, disegneranno i nuovi marciapiedi dell’area centrale. Disposti in file più ordinate, i cosiddetti ‘mostaccioli‘ (25 centimetri per 25) torneranno ad intersecarsi lungo la via dello ‘struscio’.

Nuove caditoie e rifacimento della segnaletica stradale a terra completeranno l’opera. Dall’affidamento del bando, per la realizzazione dell’impresa occorreranno almeno 6 mesi. Il tempo necessario per un lavoro che mira a risultare certosino.

La percorribilità su Roma è un tema ‘caldo’ già da troppo tempo… Bisogna far bene, ne è cosciente la Raggi e serve pazienza, parecchia, da parte di tutti. A cominciare dai cittadini.

Dunque, i passaggi saranno i seguenti:

  • allestimento del cantiere e della segnaletica provvisoria
  • fresatura del vecchio bitume
  • rimozione dei marciapiedi e della relativa pavimentazione. Addio anche ai cigli bianchi in granito

Di seguito, via agli scavi, per raggiungere la quota necessaria a gettare le fondamenta per il ‘nuovo tappeto’. Una tappa, da completare contestualmente alla revisione della rete di drenaggio dell’acqua, che includerà anche la pulizia e lo spurgo delle vecchie caditoie.

Sistemato il suolo, si procederà alla realizzazione della soletta; quindi, la posa delle pietre prelevate da viale Aventino e la loro sigillatura. Ultimo step, il ripristino della consueta segnaletica stradale. 180 giorni – più o meno – per rivoluzionare il cuore della città. E chissà se ancora – in data di inaugurazione – a brindare sarà proprio colei che ha dato il là.

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