Quando a Corte si sdogana perfino lo psicologo
In principio fu Margaret. La sorella minore della Regina Elisabetta ha combattuto per anni contro i propri demoni. Amori sbagliati, affetti mancati, eccessi, turbamenti, per non parlare del malessere, sintomatico dell’eterna seconda. Il ricorso ad una serie di sedute dal terapista pare fosse la logica risposta a quello che, a tutti gli effetti, è stato classificato come esaurimento nervoso.
Stato d’animo, a sua volta conseguenza del divorzio dal marito, Anthony Armstrong-Jones. Mental breakdown mai riconosciuto pubblicamente, è vero. Trapelato, tuttavia, attraverso le biografie non ufficiali.
DUE DONNE DIVERSE
E se qualche tabù, come si accennava pocanzi, ancora rimaneva, da parte della donna dal sangue blu, di diversa pasta si dimostrò Diana Spencer. La bulimia, lo struggimento per un matrimonio che faceva acqua da tutte le parti, l’insicurezza… furono messe in piazza dalla moglie di Carlo in persona. Lanciate al pubblico come fossero armi da rivoltare contro la Famiglia Reale.
Tutto ciò che il pudore, l’etichetta, il costume imponeva di tenere riservato, Lady D. decise, ad un tratto – era il 1995 – di sbatterlo in faccia al mondo intero. Tanto che c’è chi, nel gesto – così eclatante e rivoluzionario – volle rintracciare le basi di una manovra politica. Un’intervista, di certo, controversa, quella rilasciata a Panorama, fitta di scheletri appositamente disseppelliti dall’armadio e di dolore, che sembrava essere stato coltivato apposta negli anni, perché, al dunque, potesse attecchire con l’intensità di un boato. Una sorta di catarsi esistenziale, talmente plateale da rivelarsi il precedente su cui, invece, anche in seguito, i componenti della Royal Family avrebbero fatto appello, in merito ai rispettivi comportamenti.
Niente vergogna, dunque, nell’ammettere di aver fatto ricorso all’aiuto di un ‘medico’ per tentare di risolvere le ombre che le albergavano il cuore.
NEW GENERATION
Storia più recente vuole Kate Middleton e il Principe William impegnati in prima linea sulla questione. Parlano, al riguardo, i numerosi progetti. Altrettanto, il secondo genito Harry, intento a perorare la causa del: “it’s ok not to be ok“. E se William ha ammesso di essere stato seguito ‘da uno bravo‘ negli anni complicati del lavoro come pilota di elisoccorso della RAF; suo fratello non ha mai negato di aver trovato grande conforto nelle cure psicologiche, subito dopo la morte della madre.
La politica di Palazzo, insomma, legittima lo star male, anche quando la défaillance non riguarda espressamente il fisico. A sdoganare ulteriormente la tesi, non manca neppure l’apporto di un altro Middleton, James, più che disposto a raccontare del momento di depressione di cui è si è visto protagonista e ormai largamente superato. A dargli sollievo, la pet-terapy e – ovvio – l’immancabile supporto familiare.
A conti fatti, una bella lezione di stile. Il disagio interiore non è più percepito come handicap, una falla da riparare, ‘stando ben attenti che non si sappia in giro‘. Il lascito enorme di Diana, probabilmente, consiste proprio in questo. Vale a dire, nell’aver avviato un processo di sensibilizzazione e aperto il dibattito a livello pubblico, affinché il buio mentale venga trattato alla stregua di qualsiasi altra malattia.
E chissà se anche Sua Maestà abbia mai sentito l’esigenza di un ‘ascoltatore esperto’. Visti gli ultimi chiari di Luna verrebbe quasi da azzardarlo. Ma Elisabetta è così – la conosciamo – tutta d’un pezzo. Non ce lo verrebbe mai a dire. Perciò, memori del ruolo che occupa e rispettosi, ci limitiamo ad ipotizzare. La buttiamo là, insomma, certi che, se anche fosse, non ci sarebbe di certo nulla di cui rimanere stupefatti.
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