Le infinite grane di Bertolaso…
La Conferenza Stampa si tiene presso il Pirellone, simbolo – un tempo – di una Milano potente, oggi segno di un’Italia in crisi, segnata da una pandemia, tesa a mietere vittime ovunque. Parla Bertolaso, con il tono preoccupato di chi è ben cosciente di ciò che sta per dire. E dell’effetto che produrrà.
Quale zona cromatica si viene a prospettare per la Lombardia, vista la situazione attuale? Domandano i giornalisti. “A me sembra che tutta l’Italia, tranne la Sardegna, si stia avvicinando, a lunghi passi, alla zona rossa“, replica il Consulente per il piano vaccinale. Chiarendo, tuttavia, che “non sono più preoccupato per la Lombardia, rispetto ad altre Regioni. È fuori discussione che bisogna vaccinare“, aggiunge. “L’ho detto anche ai miei colleghi. Loro stanno lavorando, ventre a terra. Qui bisogna correre“. E incalza: “Bisogna andare a Bruxelles, battere i pungi sul tavolo. Ci vuole anche un po’ di aggressività rispetto alle Istituzioni Internazionali. C’è da fare un grosso lavoro, sul quale credo tutti siano impegnati, a livello di Governo“.
Al di là dei numeri, niente affatto tranquillizzanti, ciò che maggiormente allarma è un sistema che arranca a decollare, discontinuo. “Il problema delle prenotazioni e convocazioni, per gli over 80, continua a funzionare male e creare equivoci e ritardi… Ci sono anziani mandati a 30-40 km di distanza, invece che vicino casa. I motivi di insoddisfazione sono tanti“.
E, nell’elenco delle problematiche da risolvere, non dimentica neppure gli specializzandi: “La legge dice che sono chiamati a fare vaccinazioni. Non è facoltativo, è un obbligo“. Ciò non di meno, timori e sconcerto non risparmiano – argomento Lombardia archiviato – anche il resto della Penisola. “Se questa crescita, avvenuta in 10-15 giorni, non trova un’accelerazione nella risposta, rischiamo di essere travolti. Il contagio è ripartito giù veloce per le nuove varianti“. L’esternazione, questa volta, è di Stefano Bonaccini, che illustra le ultime configurazioni, per quanto riguarda le misure adottate a Bologna, Modena e Reggio Emilia, almeno fino al 21 marzo prossimo. “Non sono un mago. Inutile illudere la gente“, commenta amaro. Difficile fare previsioni, del resto. “Venerdì arriverà l’analisi settimanale della cabina di regia Nazionale, che potrebbe anche portare l’Emilia Romagna in zona rossa. Non lo possiamo sapere ora“.
Del medesimo avviso, il Governatore della regione Piemonte, Alberto Cirio: “Siamo in una situazione che ci dice che, quotidianamente, le cose stanno peggiorando e quindi, così come abbiamo già iniziato a fare con le zone rosse, dobbiamo essere pronti a intervenire chirurgicamente, laddove necessario“. Interesse, che si rivolge anche alla questione scuola: “Il Dpcm dice con chiarezza che se ci sono situazioni in cui si superano i 250 casi su 100 mila abitanti; oppure c’è una presenza conclamata di variante o una situazione allarmante improvvisa. Bisogna applicare la zona rossa con la chiusura di tutte le scuole, di ogni ordine e grado“. Si verifica, dunque. E ci si tiene pronti a passare immediatamente all’azione. Che ogni minuto porta con sé un prezzo elevato, inesorabile bene da sacrificare, in questa lunga guerra contro il Covid-19.
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