Pizza sì… ma non per tutti
Immaginate di ordinare una pizza. Succulenta, fragrante, appetitosa… costosa… ebbene sì, perché questa pizza la pagate – trattenete il fiato – 69 euro. Si chiama: La colazione del Principe e – stando così le cose – ne ha ben donde. L’opera, se in tal modo possiamo definirla, è frutto del talento di Luigi Loliva, presso la Premiata Pizzeria di Putignano (Ba). La più costosa di Puglia, per farla breve e, visto il prezzo, anche la più coraggiosa.
Un omaggio – stando al racconto di chi l’ha ideata – al principe Guglielmo Romanazzi Carducci. Nel cuore della città, quello che anticamente indossava l’appellativo di Palazzo del Balì, l’insegna più alta in grado dei Cavalieri Gerosolomitani, poi passato al rango di dimora per il Casato nobiliare, oggi si fa notare come tappa turistica. Ed è qui, nel vecchio locale, che Luigi ha iniziato a ricamare un intenso programma gourmet per le sue pizze, partendo da prodotti di grande qualità. Progetto, che è andato via via implementandosi con l’inaugurazione del nuovo locale. “I miei clienti sono esigenti e cercano prodotti particolari: da lì è nata l’idea di una pizza… principesca!“.
Ecco spiegato, dunque, il perché di un cifra che, in parte, se non del tutto, lascia sgomenti. In Italia, certo, non è questo il primo caso di importi da capogiro, per quanto riguarda uno tra i must della tavola Nazional popolare. Nessuno sembra, tuttavia, essersi avventurato, almeno finora, oltre i 30 euro, come ha fatto Padoan o i 40 euro al chilo, per alcune pale di Bonci. Quindi, nel caso in questione, ci si potrebbe azzardare a parlare quasi di un’esperienza ‘lussuosa’ per il palato.
Ed eccoli elencati, uno via l’altro, gli ingredienti, compartecipi di cotanto lignaggio: base ciccio alta, stracciatella artigianale di latte nobile, tartare di battuta di Scottona condita con sale Maldon, pepe fresco macinato, olio evo Torre Cappa qualità Cima di Mola, fave di cacao sbriciolate, lamelle di tartufo nero, foglie di oro alimentare 24 Kt. Completa la degustazione l’abbinamento, con una coppa di champagne.
La tradizione, in pratica, si accompagna a braccetto con i prodotti tipici pugliesi, non dimentica degli accostamenti innovativi. Pensate, la carne – giusto per fare un esempio – viene preparata da un macellaio di Putignano, che utilizza esclusivamente animali, nati e cresciuti nelle campagne del circondario. Ed ancora, la scelta della Cima di Mola, cultivar identitaria del territorio, è stata fatta per valorizzare in modo equilibrato i restanti prodotti, grazie al retrogusto di finocchietto e di erba.
“Le mie pizze iniziano in cucina e finiscono in forno“, spiega l’autore. “Prima che una pizza arrivi in tavola, c’è uno studio ben preciso e alcune preparazioni richiedono il passaggio tra i fornelli, per poi essere abbinati al frutto del forno“. Da qui, il consiglio rivolto ai clienti: “Non venite per ordinare una pizza a testa, ma fatevi accompagnare in un percorso di degustazione, abbinando gli oli, la birra o un calice di vino”.
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