Diciamo Hotel… e parliamo di rivoluzione

Diciamo Hotel… e parliamo di rivoluzione

Dici viaggi, pensi Hotel. Ad oggi, forse, fai silenzio, che è illecito pronunciare gli uni come gli altri. Eppure, le strutture ricettive, piuttosto che arrendersi, preferiscono guardare avanti. Il 2020 non è stato premiante, con un calo, nei primi nove mesi, di presenze, pari al 50,9%? Pazienza. Sul 2021 sono dense le incognite? Andiamo oltre, noi. Supereremo anche questa. E, allora, a tutta forza, si procede verso soluzioni che, il più possibile, siano in grado di rappresentare un nuovo stato di ‘normalità‘.

Digitalizzazione e big data, con un occhio alla sostenibilità. Eccole, le tecnologie da cui prende le mosse la ripartenza. Utilizzate per gestire prenotazioni, politiche di cancellazioni e rimborsi, totalmente da remoto.

L’ERA DIGITALE

Del resto, l’aumento dell’uso dei pagamenti digitali ha permesso il diffondersi di servizi – come, ad esempio, il check-in contactless – con totem al posto degli operatori in carne e ossa, o le chiavi digitali, gestite da app via mobile. Elaborati, che consentono, tra l’altro, di ridurre consumi e impatto ambientale e che, in questa maniera, si spingono incontro alle esigenze, soprattutto delle utenze più giovani. La clientela under 29 fa sapere – dati Usa – di preferire quanti, albergatori, adottino politiche ‘green‘.

L’unico modo per cercare di uscire da questa difficile situazione consiste nell’adeguarsi agli ultimi trend e la digitalizzazione è uno di questi“, fanno sapere dalle nostre parti. Andrea Montecchia, direttore dello Sporting di Alba Adriatica, spiega che “grazie alla società Grem Predictive, abbiamo adottato un sistema di big data, per migliorare l’impatto ambientale della zona lavaggio e del servizio colazioni, attraverso la riduzione dei consumi di acqua, detersivi ed energia elettrica. Le stime di abbattimento dei consumi partiranno da un 15% e potranno arrivare anche al 30%. Si tratta di un progetto pilota, studiato appositamente per capirne i vantaggi e l’applicabilità in ambiti come la cucina, la lavanderia e nella catena del freddo“.

SALVAGUARDIA DELLA SALUTE

Altro tema da non trascurare è quello delegato all’igiene. Pare, stando ai sondaggi più recenti, che la pulizia complessiva e la presenza di protocolli aggiornati anti Covid sia al secondo posto, tra i criteri che i clienti valutano nella scelta della meta, con il 62%, contro il 38% del pre-pandemia. I gestori sono tenuti a presentare certificazioni formali, approvate dalle autorità sanitarie, che garantiscano l’effettiva adozione di procedure accurate. Affinché ciò avvenga, può essere necessario assumere un cleaning manager, che sviluppi piani precisi e istruisca il personale. Collegata a questo aspetto c’è, poi, la necessità di ridisegnare gli spazi in cui si consumano i pasti: le lunghe file ai buffet, gli utensili condivisi e i distributori di bevande sono, per ovvie ragioni, attualmente banditi. I ristoranti dovranno prevedere, per l’avvenire, posti a sedere distanziati, menù consultabili con il QR code, superfici antimicrobiche e distributori di cibo automatici.

SMARTWARKING

In ultimo, sono numerose le residenze che hanno deciso di sfruttare, tra i grandi trend emersi nell’ultimo anno, la diffusione del lavoro agile, riconvertendosi in spazi dedicati allo smartworking. C’è persino chi – a tal proposito – ha già attivato un programma day pass, vale a dire la prenotazione di una stanza, dalle 6 del mattino alle 6 del pomeriggio, per lavorare in perfetta privacy, viziato – per così dire – dal supporto di cibo, bevande e ogni tipo di comfort tecnologico.

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