Blush: quel rossore sulle guance che fa sempre tendenza

Blush: quel rossore sulle guance che fa sempre tendenza

In tempo di Guerra era il rossetto. Proprio così, il prodotto, nel 1941, registrò, stando al New York Times, un’impennata di vendite. Non c’era infermiera della marina che non ne facesse uso, tanto che , proprio in quell’anno, si calcolò una spesa, in tal senso, pari a circa 20 milioni di dollari. E, quando il Governo scelse di eliminare i cosmetici dall’elenco delle derrate essenziali, dovette immediatamente ripensarci, visti gli effetti disastrosi sull’alacrità delle reclute femminili che partecipavano allo sforzo bellico.

Rita Hayworth

Così, allora. Così, oggi, anche se il conflitto in questione è contro un nemico invisibile e il trucco eroe della generazione pandemica è, invece, il fard. Adotta il blush, consigliava, nel mese di febbraio, il medesimo quotidiano statunitense, a conferma che di non proprio tutto il superfluo si può fare a meno. A farlo tornare di moda – negli States è il terzo manufatto di bellezza più cercato e le vendite online sono in aumento – è stata anche l’emergenza sanitaria. Il rosa specie se posizionato sulle gote, ha sempre fatto bene all’umore. Lo sanno bene le dame dell’700, che ne facevano un uso smodato, posizionandolo fin sotto gli occhi, o quelle dell’800 che, nell’era tra le buie per il make up – concesso unicamente alle prostitute – ricorrevano a segreti sotterfugi per rianimare il tono dell’incarnato.

Un soffio di ‘tenero‘ sulle guance, a risaltare l’incarnato

Ebbene, nel 2021 il blush ha l’ulteriore vantaggio di essere visibile, anche quando si indossa la mascherina. Basta applicarlo più in alto del solito, come pretende la tendenza più recente.

Il posizionamento del blush – spiegano gli esperti del settore – si è spostato dalla guancia, dove si metteva negli ultimi anni per un effetto bonne mine, più in alto, andando a scaldare la gota e l’osso zigomatico fino alla tempia, a volte diffondendosi addirittura fino all’attaccatura dei capelli o ricongiungendosi all’ombretto“. Un po’, per capirci, come erano solite eseguirlo le geishe. Se la mascherina occulta, dunque, metà volto, il rouge non sparisce. Si assesta, piuttosto, in una nuova posizione – strategica – e con una dicversa intensità.

Super Blushy Look, ovvero una pennellata importante, posizionata sotto lo sguardo, in stile, anche, “disco beauty” anni ’70.

Quando il blush si diffonde all’estremo e si ricongiunge all’ombretto diventa un vero e proprio trucco occhi“, affermano i Make-up Artist. “In questo caso, però, bisogna giocare con le trasparenze e le sfumature, senza usare il colore pieno, creando quel rossore tipico di un dipinto rinascimentale. E’ un make-up no make-up“.

Chi se ne intende di maquillage sa bene che, diversamente posizionata, la colorazione dà, sul viso, effetti completamente diversi. Viene data in orizzontale, ad esempio, su chi possiede lineamenti tondeggiati. A tagliare lo zigomo, per allungare la fisionomia e, di seguito, a dare luce, per donare morbidezza all’espressione.

Ma qui il gioco è un altro. E se se ne modifica l’utilizzo, cambia pure la texture di riferimento, più versatile e multiuso, effetto – per l’appunto – Korean Beauty. “Servono polveri che scaldino la pelle in superficie, come se davvero si trattasse di un arrossamento e vanno applicate tramite un pennello con setole medio-lunghe, morbido, per non lasciare macchie, ma generose sfumature“, si suggerisce, ancora.

Gli illuminanti, in questa stagione, si usano ma in modo leggero“. la pelle, in sostanza, deve apparire luminosa e idratata. “L’effetto stroboscopico del filtro Social – e ci permettiamo di aggiungere: ‘per fortuna’ – è superato. Gli illuminanti della primavera devono essere naturali e delicati. Quindi, meno contouring e più bagliori d’idratazione, senza effetto flash“.

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