Questo sì che è un tipo con-vincente
E’ tutta colpa, o merito, loro: dopamina, endorfina, serotonina. Cosa sono? Difficile non conoscerle, poiché si tratta di neurotrasmettitori. Quelli che regolano – per intenderci, i nostri stati d’animo. Sono responsabili di come ci sentiamo, di come interagiamo con gli altri, di come viviamo il piacere o gli stati d’ansia.
Una leggera alterazione, insomma, e l’umore cambia.
Dunque, se possiamo considerare il cervello alla stregua di un immenso bagaglio di informazioni, che viaggiano tramite una serie di impulsi elettrici, alle conoscenze vanno associate le emozioni. Ed è proprio qui che intervengono le tre sostanze in questione. Le stesse, che riescono a metterci nella possibilità di convincere gli altri a fare qualcosa.
Stimolandone la produzione, in pratica, sarà quasi naturale ottenere dall’altro/a la reazione che desideriamo.
Il primo passo – ascoltate bene – risiede nelle tecniche di comunicazione assertiva.
Consiste, in sostanza, nell’imparare ad esprimere le proprie necessità in un modo calmo ma deciso, al punto tale da suggerire nell’interlocutore un certo senso di autorevolezza.
Si tratta, nel dettaglio, di un dialogo tra pari, basato sulla consapevolezza e, nella sicurezza, è facile non solo portare se stessi, ma anche ascoltare le posizioni e il pensiero altrui, elargendogli il giusto spazio e l’adeguato respiro.
Un primo passo, perché possa abbracciare la vostra idea.
Mai sentito parlare di stimolo e ricompensa?
Sembra brutale, raccontato così, ma questa è scienza. Più farete sentire attenzionata e presa in considerazione la persona che vi è di fronte, più accrescerete il suo livello di autostima, più questa – una volta accresciuto il livello di dopamina – si sentirà invogliata a convergere nella vostra direzione.
Fatela sentire bene. L’esempio è brutale ma efficace. Immaginatevi in un grande acquario. Affinché i delfini si esibiscano, magari con un doppio salto carpiato, va concesso loro, in anticipo, un stuzzichino.
A situazione traslata, la questione non cambia.
Ultima, ma non per questo di meno rispetto, la regola dei Tre Sì. Fateglielo dire – o pensare – per almeno tre volte. Attivate il suo cervello, in modo tale che sia già allenato all’accettazione. A quel punto, qualsiasi possa essere la vostra prossima affermazione, si troverà invogliato e propenso a rispondere in maniera affermativa, semplicemente per il fatto che ne era predisposto.
Tutto sta nelle parole, certo, e nei modi. E, se vi suona di manipolazione, ricordatevi che son dati di fatto. Tutto sta in voi, nel fine per cui adoperate determinate sottigliezze e nel rispetto che, sempre, mettete nei confronti del prossimo.
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