Crepes: vere regine della tavola delle Feste
Delle Scrippelle’mbusse abbiamo già parlato, collocandole nel panorama delle ricette Abruzzesi. Ma le versioni con cui conosciamo le crêpes sono innumerevoli.
In genere sottili, farcite e arrotolate, oppure piegate a ventaglio, rappresentano – diciamolo subito – il passepartout, in grado di arricchire qualsiasi pasto, dall’aperitivo al dolce. Per di più, le troviamo, diffuse in tanti Paesi, attraverso forme, nomi e ingredienti diversi.
E, se non siamo al corrente di notizie certe circa la loro origine, è pur vero che, stando ai racconti popolari, sembrano aver fatto la comparsa nel V secolo d.C., nell’intento di sfamare i pellegrini francesi, giunti a Roma, per partecipare alla festa della Candelora.
Semplici e veloci da preparare, le frittatine in questione rappresentavano la soluzione ideale per dare ristoro ai fedeli più stanchi, che esportarono, poi, la ricetta in Francia, Paese a cui si deve il successo del prodotto.
Ma veniamo a noi: nella preparazione che stiamo per proporvi si respira il profumo del nord. Un piatto, dal sapore tondo e deciso, ideale per fare da apripista ai cenoni delle Feste. Perfetto, in particolare, per la sera della Vigilia…
Crepes alla verza e fonduta di bitto
INGREDIENTI:
- 12 crêpe pronte
- 300 g di bitto
- 150 g di latte
- 4 tuorli
- 20 g di burro
- qualche foglia di verza
- aglio q.b.
- sale q.b.
- pepe q.b.
- 30 g di burro
- salvia
PREPARAZIONE:
Utilizzate le foglie più tenere della verza. Lavatele, asciugatele, tritatele e fatele insaporire in una padella, con una noce di burro e uno spicchio d’aglio.
In un pentolino, versate il latte, scaldatelo leggermente e fatevi sciogliere il bitto. Incorporate alla crema ottenuta un tuorlo alla volta, mescolando velocemente, fino ad ottenere un composto denso e uniforme.
Unite la verza, dopo aver eliminato l’aglio. Quindi mescolate, regolate di sale e pepate.
Farcite le crêpe con la crema e ripiegatele a mezzaluna. Sistematele in una pirofila imburrata, spruzzatele con un po’ di burro fuso profumato alla salvia e fate gratinare in forno caldo, a 200°, per sei minuti. Servite.
CURIOSITA’
Il cavolo verza, denominato anche cavolo verzotto o cavolo di Milano, si presenta a fusto corto e foglie increspate, dal colore verde e accostate in una ‘testa’ globosa.
Simile al cavolo cappuccio, diversamente da questo presenta foglie grinzose e nervature rialzate e viene gustato, oltretutto, sia crudo sia cotto. Numerose le portate, tipiche e non, che lo vedono protagonista.
Arricchisce – d’altronde – minestre e zuppe della cucina tradizionale: dalla conosciutissima minestra di riso e verze, di matrice meneghina, alle carni in umido, agli involtini farciti, a molte tra le pietanze del novarese e financo liguri.
Rimanendo nell’ambito, in Valtellina è l’ingrediente leader dei pizzoccheri. Ma l’impiego gastronomico è diffuso anche in gran parte dell’Europa e perfino in Giappone, tra gli elementi che compongono il Sushi.
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