Er ‘Santone’ de Roma che metteva tutti tranquilli…
Lui, Neri Marcorè – è uno stressato antennista romano, che scompare per 5 mesi. Si volatilizza, dopo aver preso un autobus e quando riappare nel quartiere di residenza di Centocelle indossa un Mundu indiano.
Nulla è più come prima, giacché il ‘nostro’, adesso, è pronto ad elargire pillole di saggezza. Non solo. Tutti, per incomprensibili ragioni, cominciano ad ascoltarlo. Di più, pendono dalle sue labbra.
E’ questo, in sintesi, l’incipit di Il Santone – #lepiùbellefrasidiOscio, serie comedy in dieci puntate da 25 minuti su RaiPlay, che non poteva che uscire, se non nel periodo del Carnevale. Una storia, quella che vede come protagonista tale Enzo Baroni, ispirata al fenomeno Social più dirompente degli ultimi anni, creato da Federico Palmaroli. Un’idea evidentemente vincente, dal momento che conta un seguito di oltre un milione di follower.
Dopo la sparizione, l’uomo, dunque, torna a casa, a diversi mesi di distanza e con un aspetto praticamente irriconoscibile. Perfino la moglie Teresa (Carlotta Natoli) stenta a riconoscerlo. Complice l’abbigliamento, oppure la barba lunga, o magari proprio quell’aria da Guru, appena assunta: “Enzo Baroni era un uomo dalle passioni semplici: l’amatriciana, il calcio, il divano e la famiglia. Aveva solo un problema: era un buono, uno di cui tutti si approfittavano. Ora che è tornato da chissà dove, però, il Mundu che indossa sembra dargli una forza diversa“.
“Osho, scritto con la sc“, perché a tutti a Roma lo chiamano Oscio, “mi è piaciuto subito“, afferma l’attore, originario di Porto Sant’Elpidio. Un personaggio ironico e dall’atteggiamento serafico, che si aggira in un mondo di nevrotici. A cominciare dalla moglie, interpretata da Carlotta Natoli. Interrogato sulle sue strane vicende, lui le risponde: “ho trovato me stesso“ e lei controbatte: “ma non potevi trovare un altro“.
L’altro protagonista è proprio il quartiere. Centocelle “rappresenta un po’ tutte le periferie, in cui ci sono difficoltà. Quei luoghi dove tutte le classi politiche vanno quando sono in campagna elettorale di cui, puntualmente, si dimenticano, un secondo dopo“. In questo quadro, Baroni finisce per rappresentare una guida, qualcosa in cui credere ciecamente. Un simbolo.
E poi c’è la satira, graffiante, della Società moderna, la fiction punta l’obiettivo sulla necessità di trovare punti di riferimento a qualsiasi costo. Ma è pure, d’altro canto, un’amara riflessione sui lati oscuri della popolarità e sulla potenza della viralità.
Federico Palmaroli sottolinea come “trattandosi di una serie tv, abbiamo deciso di riproporre un Maestro spirituale, calato nella realtà della periferia romana… Il dissacrare i temi importanti e le problematiche dei romani mi viene particolarmente bene ed è il filo conduttore della serie. Come con le vignette, c’è sempre questa verve iconoclasta, che mi caratterizza“.
“L’idea“, gli fa eco la regista Laura Muscardin, “era di mostrare la realtà, da un punto di vista divertente, canzonatorio, cercando di rispecchiare il tono delle frasi di Federico, ma puntualizzando una serie di cose, affatto scontate“.
Alla scrittura, d’altra parte, ritroviamo Luca Vendruscolo e Giacomo Ciarrapico – i due creatori di Boris, insieme al compianto Mattia Torre. C’è Simona Ercolani e, ancora, lo stesso Palmaroli, Tommaso Capolicchio, Filippo Gentili, Giulio Carreri, Giulia Gianni, Vanessa Picciarelli, Pietro Seghetti e Laura Grimaldi. Un’armata ‘Brancaleone’? Probabilmente, commentiamo con il sorriso.
Che poi si tratti o meno di ‘andare alle Crociate’, questo è tutto da definire…
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